La fase prettamente nord-occidentale in corso è quella di un tempo variabile associato a periodici impulsi, tendenzialmente sempre più destinati ai settori orientali del mediterraneo. La traslazione graduale della traiettoria di dette correnti in quota dominanti non esenterà la penisola, ancora per qualche giorno, da fasi instabili, stavolta, però, a carattere più sparso e con minori estensioni nuvolose organizzate, soprattutto sulle regioni nord-occidentali. E questo a merito di correnti in quota, appunto meno occidentali, più settentrionali ed associate a disposizione ciclonica in transito da nord-ovest lungo la fascia centrale del mediterraneo e lungo la penisola balcanica. Il progresso nella direzione di una maggiore stabilità culminerà nel disegno di un promontorio anticiclonico, per un verso promettente come barriera rispetto alle correnti umide atlantiche, ma per un altro dalla evoluzione ancora piuttosto incerta. Scontata la suddetta rimonta del sub-tropicale intorno ai giorni 28/29 rimane, infatti, da chiarire quanto la medesima rimonta saprà ergersi a muro stabilizzante e durevole o quanto, invece, corrisponderà ad una sorta di onda pre-frontale. Va detto, anche, che tra le due possibilità non sono da escludere disegni ibridi in cui, in qualche modo, la stessa onda tiene o devia verso nord-est le correnti atlantiche, almeno in parte. E tutto questo non potremo che vederlo più avanti, anche se una influenza oceanica e di correnti sud-occidentali, quanto meno riservata al nord-ovest, appare al momento alquanto probabile. Stiamo parlando, però, dell’estremo fine mese o dei primi di novembre, di un tempo, ovvero, ancora lontano e tutto ancora da scrivere. Il disegno, che mostra la situazione prevista intorno ai giorni 28/29, sottolinea il moderato promontorio stabilizzante del sub-tropicale sopra indicato ma anche la minaccia di affondi in sede iberica che, per come rappresentato dalle frecce indicative dei flussi in quota previsti da alcuni modelli nel corso dei primi giorni di novembre, risultano successivamente spostati, anche se più o meno ostacolati dall’alta pressione, verso levante. In proposito si può notare anche come alcuni di questi modelli detti affondi li considerino più incisivi e come altri, invece, li considerino maggiormente bloccati, frenati e deviati verso nord-est…
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