DIARIO ESCURSIONI 2023
15 GENNAIO 2023 -
CERTALDO, CALANCHI E ANTICHE MURA
Nonostante
le previsioni poco buone e la pioggia della notte, al parcheggio del Parco della
Canonica ci ritroviamo in 30 persone, alcuni amici pratesi, livornesi e Michela
oggi nostra “genius loci”. Partiamo in leggera salita lungo lo stradello della
Canonica accompagnati da un frizzante vento da sud-est. Subito il panorama si
apre e l’eleganza della campagna toscana, arricchita dai profili delle torri di
San Gimignano e Certaldo, diventa tangibile. Lasciato lo stradello della
Canonica, si prosegue su sentiero arrivando alla colma di una collina dove
spiccano due isolati cipressi. Da qui inizia un tratto più incerto, scivoloso e
sull’orlo di colline calanchifere ma il panorama è sempre bello. Arrivati ad un
bivio sul piccolo altopiano di Capocavallo, troviamo un cancello che ci
preclude il passo verso il Borro omonimo. Niente forzature.., cambiamo percorso.
Ci dirigiamo così verso Mugnano da
dove percorreremo un tratto di stradello che ci permetterà di fotografare i
calanchi della testata del Borro del Casale. Arrivati nel tratto che precede una
piccola chiesetta isolata, decidiamo di tornare indietro, riprendendo il senso
di marcia alla volta del minuscolo borgo di San Giorsolè.
Arrivati nel minuscolo borgo, sovrastato dalla piccola e diruta chiesetta,
pranziamo tutti seduti intorno ai muretti di quel che fu una grande aia in cotto
o forse qualcosa di più importante. La famiglia che abita in loco ci saluta
cordialmente e si premura di radunare e mettere in sicurezza una muta di
maremmani. Tantissimi gatti intanto si fanno intraprendenti e si avvicinano a
noi nella speranza di ruscolare un po' di cibo. Finito il pranzo e ripreso il
cammino, indugiamo un attimo nella ricerca del percorso giusto cercando di
allinearlo a quello fatto su Wikiloc. Grandi panorami e prati erbosi, precedono
un tratto ripidissimo e scivoloso dove una rete di recinzione si rivela utile in
quanto verrà usata come passamano onde evitare scivolate. Finito il tratto
ripido, il sentiero riprende una dimensione ottima e in breve tempo riprendiamo
lo stradello comodo alla volta di Santa Maria in Collina.
Ormai siamo in vista delle mura di Certaldo ed entriamo nel borgo antico dalla
Via del Rivellino. Troviamo anche l’occasione di fare alcune foto di gruppo
sulla bella scalinata che conduce al Palazzo Pretorio. Fatta la visita alla
chiesa dei Santi Jacopo e Filippo (qui è sepolto Giovanni Boccaccio), ci
soffermiamo al sole per un caffè.
Torniamo verso Certaldo basso percorrendo la lastricata e ripidissima Costa
Alberti, poi Borgo Garibaldi, arrivando infine al parcheggio del Parco della
Canonica. Percorsi ca. 13,5 km. (P.M.)
FOTO
5 FEBBRAIO 2023 - TREKKING DELLE VILLE
MEDICEE DI CASTELLO (FIRENZE)
È una bella
mattinata invernale, fredda e serena e come si poteva ipotizzare, con tanti
partecipanti infatti siamo in 48. Sistemate le auto nel capiente parcheggio
della stazione di Castello iniziamo il percorso alla volta del Viale del parco
Mario Luzi che conduce alla Villa medicea di Castello.
Entriamo in buon ordine salutando il personale della foresteria e ci disperdiamo
tra l’ampio parco e il giardino progettato da illustri architetti a metà del
500. Il contesto invernale non dà il lustro che il giardino si merita ma è pur
sempre notevole ed elegante, soprattutto visto dal bastione del belvedere.
Il percorso poi sale verso la Chiesa di San Michele a Castello dove risalta
piccolo ma grazioso loggiato e prosegue alla volta del presidio del canile dei
Carabinieri cinofili. Percorriamo in discesa il sentiero sotto il muro di cinta
retrostante della Villa di Castello, arrivando davanti alla Villa del Pozzino
ritrovando l’asfalto. Lasciata la stradina, inizia la salita sull’antico
impietrato di Via del Bronzino passando tra la Villa Poggio Chiaro e Villa
Giraldi. Due continui muretti a secco laterali ci accompagnano fino al Monastero
di Santa Lucia alla Castellina condotto dai frati Carmelitani. luogo di pace
conosciuto e frequentato dai fedeli della piana fiorentina, ha la curiosa
caratteristica che i tre frati che conducono l’ufficio religioso, sono tre
fratelli di cui due gemelli. Saliamo ancora alla volta della
zona archeologica etrusca del Palestreto. Raggiunto Il piccolo altopiano che
ospita le rade ed enigmatiche tracce etrusche, ci piace il contesto e grazie
anche al bel panorama che si apre sulla piana e il Monte Albano, decidiamo di
pranzare su comodi scranni di pietra. Superato il podere Bellavista troviamo il
passaggio in una chiudenda che ci immette verso un tratto boscoso dove la
traccia quasi si perde. Troviamo comunque il giusto passaggio, arrivando nel
minuscolo borgo che si arrocca intorno alla bella Villa del Casale, preceduta da
un filare doppio di cipressi. Leggera discesa tra ulivi e coltivi fino alla
Stele votiva di Malafrasca e il bivio di Villa Topaia. Breve tratto d’asfalto e
poi discesa su sentiero tramite l’antico acciottolato di Via della Fonte. Siamo
tornati nuovamente alla Chiesa di San Michele a Castello che superiamo
dirigendoci verso Villa La Petraia per rispettare l’orario di visita. Entriamo
nel giardino vedendo la grande mole della villa sormontata da un massiccio
torrione ed il contesto è veramente splendido. Sfruttiamo i 15/20 minuti che
precedono la visita girovagando nel parco e sul terrapieno della villa alla
ricerca di scorci e curiosità. C’è tanta gente e il personale che avevamo
preventivamente contattato ci convoca subito per l’entrata, facendoci accomodare
in una stanza dove depositiamo zaini e bacchette. Inutile descrivere la visita,
basta guardare le foto di questo luogo veramente bello, ricco di storia e di
proprietà dello stato. Un plauso alla guida, veramente adeguata e preparata.
Il rientro avviene per via diretta passando davanti a Villa Corsini,
accompagnati da forti refole di fredda tramontana. Giornata piacevole e bella
compagnia. Ca. 13 km. (P.M.)
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/trekking-delle-ville-di-castello-124816978
19 FEBBRAIO 2023 -
MONTE CARVOLI E MONTE PELATO
Il meteo ci ha messo lo zampino e verso le 6/7 del mattino pioveva abbastanza
forte. Le previsioni davano miglioramento durante la mattinata per cui non
abbiamo avvisato di un eventuale rimando del trekking. Pensavamo comunque di
essere davvero in pochi ma, sorpresa, siamo partiti da Nibbiaia alle 9,30 circa
in 34! La pioggia era cessata ma eravamo in mezzo a nuvoloni bassi e i
capelli e gli abiti si bagnavano con quelle microscopiche gocce di pioggia che
in realtà è l'umidità delle nuvole. A quel punto inutile tornare a casa, il
desiderio comune era di partire e siamo partiti seguendo la traccia preparata in
precedenza. Attraversato il paese di Nibbiaia siamo discesi leggermente verso la
base del Monte Carvoli, nostro primo obiettivo. Purtroppo obiettivo mancato
perché il sentiero nella macchia non corrispondeva in pieno a quello delle
carte. Ad un certo punto, dopo aver constatato l'impossibilità di andare avanti
e soprattutto per le gocce di pioggia che ci bagnavano in testa e sugli abiti,
siamo tornati indietro prendendo la strada asfaltata fino al "Passo del Lupo".
Purtroppo con un gruppo così numeroso è difficile avventurarsi quando non si è
sicuri; solo un piccolo gruppo poteva tentare di "sfondare" la macchia per
trovare il sentiero..
Dal passo del Lupo inizia lo stradello che, in costante salita, ci ha portato al
"balcone" del Monte Pelato. Il sole, seppure a tratti, si è finalmente fatto
vedere aprendo degli scorci sul mare e sull'entroterra. Qui abbiamo consumato il
pranzo al riparo del venticello che nel frattempo si era alzato. Abbiamo pure
incrociato un gruppo de La Spezia che percorreva più o meno lo stesso nostro
percorso. Siamo quindi discesi per sentiero ripido e abbastanza impegnativo
verso la cava, ormai in disuso, del "Gabbro o gabriccio", il minerale che veniva
in passato estratto in queste zone. Esso veniva utilizzato nell'antichità per
erigere le fortezze di Monte Carvoli e Poggio alle Fate. Siamo quindi tornati
per ampio stradello al Passo del Lupo. Qui si prospettavano due possibilità:
tornare tramite la strada (come al mattino) oppure seguire il sentiero tracciato
che costeggiava il M. Carvoli. Tanto per non fare lo stesso percorso abbiamo
deciso di percorrere il sentiero. E qui abbiamo avuto nuovamente dei problemi;
nostra intenzione era di percorrere il sentiero più breve che costeggiava il
Carvoli ad ovest. Ma, ad un certo punto, il sentiero scompariva nella macchia
mediterranea per cui dietrofront e abbiamo preso invece quello che costeggiava
il monte dal lato est, tra l'altro segnato ufficialmente. Purtroppo talvolta
accade che i sentieri delle cartine topografiche non corrispondono con la realtà
ma, grazie agli strumenti tecnologici e all'esperienza, riusciamo sempre ad
uscirne indenni. Nel complesso l'escursione è stata piacevole, in un luogo per
molti di noi non conosciuto, anche se ci sono stati imprevisti un po'
avventurosi (peraltro superati senza particolari problemi).
Percorsi circa 13 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/monte-carvoli-monte-pelato-124343057
5 MARZO 2023 - VILLE E FATTORIE
MEDICEE DI POGGIO A CAIANO
Ci eravamo
fatti un’idea che oggi questo tipo di uscita avrebbe richiamato un po' di gente,
considerata anche la bella stagione e la facilità del percorso. Siamo infatti in
55 persone e qualche pensierino si è subito addensato nella nostra testa come
quello di affrontare la visita alla villa prenotata per 25/30 persone. Entriamo
nel Bargo di Bonistallo varcando l’antica cinta muraria iniziando a salire nel
bosco su di un sentiero che presenta numerosi affioramenti di arenaria macigno,
in alcuni tratti scivolosi. Giunti al sommo della collina, usciamo dal Bargo
tramite un portale che ha in alto l’effige dei Medici, prendendo la stradina per
la Chiesa di San Francesco di Bonistallo. La chiesa è piena di fedeli e non
entriamo in quanto è officiata la messa. Curiosiamo nell’area attigua andando
verso la vicina chiesa di Santa Maria Assunta,
struttura incompiuta ed oggi adibita a foresteria.
Scendiamo adesso su sentiero
e scale in legno marino, riguadagnando la piana tornando alla base del Bargo.
Adesso direzione nord-est su stradello per andare a superare l’Ombrone Pistoiese
sul bellissimo ponte Manetti, già da Leopoldo II ristrutturato e inaugurato nel
2019. Da qui si entra nel vero e proprio Parco di Cascine di Tavola. Ci sono
tante persone in bici, altri con carrozzine e tante come noi…, con i bastoncini.
Il luogo trasmette serenità. Superato il ponte sulla Bogaia, raggiungiamo il
cancello chiuso all’italiana, quindi aperto su di un fianco, che introduce alla
grande Cascina di Tavola vero “pezzo unico” per tipologia di cascina non
riscontrabile in nessuna altra parte del centro Italia. Il fossato con l’acqua
che circonda l’intera cascina è un tocco in più di ascoso fascino. La Cascina
versa purtroppo in brutte condizioni e il tempo, l’incuria e i predoni
affosseranno questo splendido manufatto del San Gallo. Siamo ora nel bellissimo
Viale del Caciaio avvolto da filari di querce e da bellissimi prati in fiore.
Superiamo la Casa del Caciaio (bar) arrivando alla Casa delle Barche
(discutibile ristrutturazione) entrando nel Bosco delle Pavoniere. Questo lembo
di bosco che arriva così come lo troviamo dal medioevo, è racchiuso per intero
da mura tardo quattrocentesche. Numerosi ponticelli ristrutturati superano dei
fossi senz’acqua purtroppo, ma il contesto è di valore. Ci fermiamo per la pausa
pranzo usando come sedile un lunga spalletta di pietra che delimita un fosso e
il bosco delle Pavoniere. Dobbiamo fare qualche chilometro per arrivare alla
Villa di Poggio a Caiano quindi, dopo un caffè alla Casa del Caciaio, via
diretti senza indugi. Percorriamo l’argine della Bogaia ben tenuto e dalla
facile percorribilità fino al Ponte del Mulino a ridosso della Villa. Parliamo
con il personale addetto alle visite, la mattina avevamo avuto con loro un
contatto telefonico un po'
concitato dato l’alto numero di partecipanti, ma
veniamo alla conclusione che 30 persone andranno in villa e 25 andranno al Museo
della natura morta, sempre all’interno della Villa. Dopo la Villa, giro del
giardino dove spiccano enormi cedri del Libano e sequoie americane. Intanto una
brezzettina fresca e qualche nuvolone ci accompagna verso le auto per il ritorno
a casa. Bella giornata e bella ed abbondante compagnia (P.M.).
circa 12,5 km.
FOTO Percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/ville-e-fattorie-medicee-a-poggio-a-caiano-127613241
video di Sergio: https://youtu.be/12BXaDnie2Q
18 MARZO 2023 -
I SENTIERI DI VARRAMISTA
Gran bella giornata con sole e temperatura perfetta. Oggi è
sabato e non è il nostro giorno deputato per l’uscita ma oggi, per vari motivi
ed anche per le sibille meteo che indicano una domenica sul patibolo, ci
ritroviamo a Castel del Bosco in 32 escursionisti, un bel numero.
Il percorso inizia dalla Chiesa di San Bruno e scende tra l’erba di fianco ad un
vecchio muro in cotto di proprietà incerta e sulla destra, soffusa tra il verde
la FI-PI-LI.
Per sottopassare quest’ultima utilizziamo un piccolo e suggestivo tunnel
pedonale che ci porta direttamente in area Varramista. Superati alcuni vecchi
cascinali arriviamo in prossimità del grande viale alberato che si raccorda
all’entrata della Villa di Varramista. Tutto è unito da una sobria eleganza dove
i prati inclinati e secolari alberi introducono la collina dove sorge la Villa
della famiglia Bechi Piaggio. Il percorso risale la valle del torrente Ricavo e
superati i bivi per i poderi del Monsonaccio e di Lecceta, eleganti cascinali
adibiti a resorts con piscina e “difesi” da sbarra d’accesso, telecamere e
vigilanza privata, entriamo nella parte più remota della valle. Questo
testimoniato anche dai grandi cascinali abbandonati e dallo stradello che
diventa quasi un sentiero.
Giunti al bivio per la collina del Crocino iniziamo la salita a tratti ripida
alla volta della dorsale principale. Raggiunta la costa principale si è aperto
un bellissimo panorama sulle colline prospicienti. La Rocca di Palaia, il
campanile di Gello, Colleoli, Usiglian del Vescovo emergono dal mare verde della
campagna toscana contrastando la cromia di un cielo azzurro con bianchi
cumulonembi.
Percorrendo la cresta collinare incontriamo un cascinale (il Crocino II) che si
presta benissimo alla sosta in quanto la sua grande e panoramica aia presenta
panche in pietra, muretti, tavoli e un bel prato verde…., proprio un luogo
ideale per il pranzo (al sacco). Ripartiamo alla volta della Via delle
Fontanelle che è la strada che unisce Marti a Usiglian del Vescovo. Nei pressi
del bivio troviamo una curiosa marginetta dedicata ai Savoia (??). Giunti a
Marti percorriamo la Via Borgo d’Arena che presenta una discesa ripidissima che
immette a Piazza Fantozzi dove ci fermiamo al circolo Arci per caffè, bevande e
gelati. Ripreso il cammino visitiamo la Chiesa di Santa Maria Novella dalla
possente facciata e ricca di affreschi del XVI secolo.
Il nostro percorso prosegue verso le case coloniche ristrutturate di Mazzana
lungo una stradina bianca in costante discesa che ci porta al ponte sul Ricavo
dove chiudiamo l’anello, dirigendoci verso la Villa di Varramista. Dalla Villa
al piccolo tunnel il tratto è breve e, risalita la collinetta per la Chiesa di
San Bruno, terminiamo l’escursione salutandoci. Bella compagnia e bella giornata
(P.M.)
circa 15,5 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/varramista-128721411
Video di Sergio:
https://youtu.be/hMDiRTrQDa0
2 APRILE 2023 - TREKKING URBANO A
PADOVA
Era il 5
Gennaio 2020 l’ultima data che ci ha visto organizzati con il pullman poi, come
tutti sappiamo, c’è stato il Covid che ha modificato la nostra vita e le nostre
abitudini. Finalmente questa brutta fase sembra finita e stamani puntualissimi
saliamo sul pullman . Siamo in 45, con due defezioni dell’ultimo istante.
Partiamo alla volta di Padova con a capo il nostro autista ……… (Stefano).
Scrosci di pioggia nel Polesine e fulmini a ovest non ci supportano, ma appena
arriviamo a Padova esce addirittura il sole. Scendiamo davanti al Foro Boario
che guarda la grande Piazza di Prato della Valle. Visitiamo la Basilica di Santa
Giustina e i grandi ambienti che gravitano intorno all’Abbazia omonima. Tra
grandi corridoi, sale e chiostri rischiamo di perderci ma ci ricompattiamo sul
sagrato proseguendo il nostro trekking. Percorriamo l’isola Memmia
contornata da numerose statue soffermandoci di fronte alla Loggia Amulea,
difesa dalle statue di Dante e Giotto. Andiamo Verso la Basilica di Sant’Antonio
percorrendo Via Belludi che regala una bellissima immagine delle guglie e delle
cupole della Basilica, vero trionfo di stili difformi ma che offrono un contesto
unico di bellezza e armonia. È la Domenica delle Palme e il clima sul sagrato è
quasi mistico con tanta gente che ascolta la messa cantata e diffusa da
altoparlanti. Entriamo nella Basilica e, nonostante la funzione in corso, è
concesso al flusso turistico di percorrerla per tutto il perimetro. La ricchezza
e la bellezza di questa Basilica emergono in ogni metro percorso e, nonostante
le tante persone, si respira una grande suggestione.
Ci ritroviamo tutti all’uscita della Basilica e, percorrendo la Via del Santo,
superiamo la Tomba di Antenore raggiungendo Piazza delle Erbe e il bellissimo
Palazzo della Ragione. Piazza dei Signori, la Loggia della Gran Guardia, la
Torre dell’Orologio e Piazza del Duomo si succedono nel nostro percorso che ci
riporta al Palazzo della Ragione dove facciamo la pausa pranzo, chi in
autonomia, chi nei vari street food della piazza. Alcuni del gruppo, veloci
nella pausa, ne approfittano per visitare il Palazzo della Ragione, enorme
salone rialzato (83 metri per 27 metri), dove spiccano il cavallo ligneo del
1466 e la “pietra del vituperio” dove gli insolventi messi in braghe di tela
dovevano battere tre volte le terga. Riprendiamo il tracciato e fatte alcune
foto all’elegante ed affollato Bar Pedrocchi, ci dirigiamo verso Piazza
Eremitani dove sorge la Chiesa omonima. Nel lato della navata si trova la
biglietteria della Cappella degli Scrovegni che raggiungiamo per ritirare i
nostri pass di accesso acquistati due settimane prima. Ci dividono in due gruppi
perché l’accesso alla Cappella è limitato a gruppi inferiori alle 25 unità. Un
gruppo andrà nella Cappella e l’altro visiterà i Musei Eremitani, poi inversione
dei gruppi. La Cappella degli Scrovegni è un condensato di bellezza, è
emozionante ed allo stesso tempo austera e chiunque non l’abbia visitata
provveda a questa carenza. Il museo civico degli Eremitani che occupa i locali
del vecchio convento è stata una bella sorpresa perché, forse sottostimato, si è
rivelato ricco di materiali archeologici che valicano una cronologia enorme.
Altrettanto ricca è la pinacoteca con l’esposizione di arte medioevale e
moderna.
Terminata la visita ed usciti dal polo degli Eremitani ci accoglie un cielo nero
e qualche gocciolone ci sprona a guadagnare rapidamente il luogo di appuntamento
con il nostro pullman fissato nei pressi della stazione F.S. di Padova.
Viaggio di ritorno piacevole tra scrosci di pioggia, raggi di sole e una
temperatura rinfrescata.
Un saluto a questo gruppo veramente ok, disciplinato, preciso. (M.P.)
FOTO video di Sergio:
https://youtu.be/ciJTKKeUUhY
16 APRILE 2023 - I COLORI DEL SILENZIO,
SULLE COLLINE DI FABBRICA DI PECCIOLI
Oggi è stata una giornata che
ricorderemo. Ricorderemo il gruppo di persone, i limpidi profili delle colline,
i fantastici colori e…. ricorderemo i colori del silenzio.
Siamo in 32 e partendo dal piccolo cimitero di Montecchio,
ci siamo diretti verso le cantina delle Palaie ed il suo laghetto, accompagnati
da uno scenario fantastico sulle colline di Chianni e Terricciola. Superato il
bivio per l’Agriturismo delle Palaie, imbocchiamo un sentiero ricco di erba
umida che ci fa raggiungere il Rio Tamburino che risulta inguadabile sia per la
portata, sia per le sponde alte e fangose. Torniamo indietro fino al bivio
dell’Agriturismo e risaliamo il panoramico stradello fino a riprendere la strada
che conduce a Fabbrica di Peccioli. Arrivati nel nucleo antico di Fabbrica,
ci viene incontro Fabrizio
Ciulli, fratello del pittore Alessandro Ciulli scomparso prematuramente, che ci
apre le porte della casa natale, oggi dedicata alla raccolta delle opere di
Alessandro. Antonella, la moglie di Fabrizio, ci accoglie nella casa museo,
veramente ben tenuta dove spiccano i colori dei tantissimi quadri esposti che si
alternano ad alcune finestre dalle quali si gode un panorama immenso sulla
Valdera. Fabrizio ci racconta chi era Alessandro, lo fa con passione e con amore
rendendoci partecipi in ogni suo aneddoto, trasmettendoci la sua emozione ad
ogni suo passaggio. Ma l’ospitalità non finisce qui, ci aspetta una tavola
imbandita di crostini, affettati, schiacciate, formaggi, pizzette, scaglie di
grana, castagnaccio, torta di mele, vino, bibite…! È stata una bellissima
esperienza, un convivio intriso dei colori del silenzio di Alessandro e della
bellissima ospitalità di Fabrizio e Antonella. Riprendiamo il nostro percorso
alla volta del minuscolo borgo di Montelopio. Il borgo è carino con la bella
villa dirimpettaia della fattoria e i pochi abitanti sono quasi tutti nord
europei. Una stradina bianca ci porta verso Poggio Cielli luogo remoto ma pieno
di fascino ed esaltato dalla giornata veramente splendida. Il vecchio casale
situato al culmine del Poggio ha su di un lato una Chiesetta con un campanile a
vela che nel momento del nostro arrivo batte due rintocchi…, guardiamo l’ora ed
in effetti sono le due. Scendiamo verso la piana del Roglio dove, nei pressi di
una piccola palude, indugiamo un attimo sul percorso in quanto sembra svanire in
un prato, ma poi rientriamo nel tracciato giusto alla volta di Ortaglia. Una
bella salitina ci surriscalda e l’ assenza del vento che oggi spesso ci ha
accompagnato, ci fa togliere giacche e pile.
Scattiamo la foto di gruppo con lo sfondo della Chiesetta
delle Serre e riprendiamo lo stradello cipressato alla volta di Montecchio con
panorami sempre più gradevoli. Ancora qualche piccolo “mangia e bevi” ci divide
dalle prime case di Montecchio. Arrivati nei pressi del vecchio nucleo del borgo
siamo abbastanza stanchi e decidiamo di rientrare verso le auto che si trovano
poco più in basso, scattando le ultime foto sul panorama di una Valdera oggi
veramente spettacolare.
Si, oggi è stata una giornata che ricorderemo, ricorderemo
i colori e i silenzi, gli amici, le parole, le risate, la bellezza delle nostre
colline. Un caloroso ringraziamento a Fabrizio e Antonella ed un invito a tutti
quelli che leggeranno queste righe ad andare a far visita alla casa museo
dedicata ad Alessandro. (P.M.)
Percorsi ca 17/18 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/i-colori-del-silenzio-bis-131333314
7 MAGGIO 2023 - NELLE TERRE DI
LEONARDO DA VINCI
Assistiti da una giornata quasi estiva, in una trentina affrontiamo questo
trekking abbastanza lungo sulle colline di Vinci. Lasciate le auto al parcheggio
posto nei pressi della struttura del tennis, prendiamo subito la salita che ci
porta in quota al poggio di Marradino e al podere Gremigneto a circa 137 m. Da qui si domina la
valle e il paese di Vinci. A dire il vero il giro era preventivato in senso
opposto a quello che abbiamo fatto ma si è rivelato più gradevole. L'erba
cresciuta rigogliosamente ricopre il sentiero, grandi distese di olivete,
purtroppo in molti casi relativamente abbandonate . Da Gremigneto scendiamo
verso il Botro delle Quercetelle, dove incontriamo la nostra prima difficoltà.
Il botro in quel punto non era attraversabile; abbiamo dovuto "scollinare" un
poco in mezzo agli olivi e, dopo alcune peripezie, siamo giunti ad una
abitazione il cui proprietario, molto gentile, ci ha aperto il cancello per
permetterci di rientrare sul tracciato. Giunti sulla parte nord di Vinci abbiamo
imboccato il sentiero del Poggio dello Zollaio, quindi la via Lamporecchiana e
la via Mazzantino. Da ora in poi il paesaggio è collinare con casolari, eleganti
agriturismi sparsi qua e là, grandi distese di vigneti. Attraverso vari
sali-scendi siamo tornati lentamente verso Vinci, percorrendo un grande anello
con viste stupende sul Montalbano, i Monti Pisani, l'Appennino e le Apuane. Il
sole batteva forte e non vedevamo l'ora di trovare un po' di fresco per il
pranzo. Lo abbiamo trovato in località Casa del Pino dove, al riparo di un
vecchio rudere, abbiamo consumato il solito frugale pasto. Dopo la rituale
foto di gruppo abbiamo ripreso il cammino sulla Via di Caterina - Via del Vincio
alla ricerca del "labirinto di Leonardo". Purtroppo una sbarra ci ha impedito di
entrare nella proprietà per vedere se esiste ancora questo labirinto. Siamo
rientrati in Vinci e, alla fine di un tunnel, una bella sorpresa: un bar del
quale sentivamo un gran bisogno dopo aver camminato sotto un sole abbastanza
forte ed esserci un po' disidratati. Caffè, gelati, coca cola e birra e poi via
attraverso il piccolo borgo di Vinci. Alcuni hanno preferito tornare subito alle
auto, gli altri hanno completato il giro previsto. Bella escursione, bella
giornata. percorsi circa 16 km.
FOTO
video di Sergio: https://youtu.be/VZl-MxKhLv8
21 MAGGIO 2023 - LAGO TRASIMENO E ISOLA POLVESE
Seconda uscita con il pullman di quest’anno nata sotto
plumbei auspici ma risoltasi in una fantastica giornata. Siamo in 49 (con 3
defezioni dell’ultimo minuto) ed alla guida del bus c’è Stefano da noi richiesto
sulla scorta della brillante uscita di Padova.
Cielo coperto poche auto in autostrada e la speranza di un tempo
clemente che si concretizza appena giunti a San Feliciano che ci accoglie con un
caldo sole. Ci alleggeriamo di giacche e pile leggeri avviandoci verso il
piccolo molo dove la signora della biglietteria ci aspettava dopo i contatti
presi circa un mese fa per il biglietto cumulativo di andata e ritorno. Ci
imbarchiamo sul battello a due piani insieme ad altri turisti. In 15 minuti di
navigazione approdiamo allo scalo della Polvese dignitoso ed elegante che
precede un viale assistito da un duplice filare di ombrosi tigli che introduce
alla Villa Polvese. Prati curati, gazebo, filari di cipressi e il vecchio nucleo
del borgo ci sorprendono piacevolmente mentre verso ovest svetta il mastio
dell’anno 1000 del castello dell’isola. L’interno del castello e le mura sono
ben curate ma gli spalti non sono percorribili e interdetti da un cancello.
Risaliamo le mura esterne appoggiate alla collina arrivando alla chiesetta di
San Giuliano sormontata da un campanile a vela. Purtroppo chiusa e contenente
quadri del rinascimento perugino.
Risaliamo la grande oliveta verso la fattoria del Poggio da dove inizia a
delinearsi il profilo della costa isolana. Fa caldo ma tutto sommato va bene
così, un sorso d’acqua e ripartiamo verso il Monastero Olivetano di San Secondo.
Lungo il sentiero contornato da corbezzoli e ginestre in fiore
intravediamo il campanile del monastero. Arrivati davanti
al monastero ci gustiamo il bellissimo prato con alcune installazioni ed il
vecchio pozzo ed il panorama verso ovest. Il luogo è molto bello e la
suggestione che ci regala lo scheletro della vecchia chiesa è qualcosa che
ricorderemo a lungo. Il frontale della chiesa con la gigantesca quercia che lo
protegge ci da lo spunto per altre foto. Ripida discesa su granito verso la
punta del Macerone che raggiungiamo notando che nel granito sono state ricavate
delle nicchie dove potersi sedere. Riprendiamo il sentiero lungo lago tra rocce
di granito e tantissima ombra, infatti stiamo attraversando il bosco di San
Leonardo. Arriviamo alla spiaggia “dell’impatto” dove spiccano prati
curatissimi, alberi secolari, un ristorante/bar e degli ombrelloni di paglia
veramente scenografici. Occupiamo tutti i tavoli di legno consumando il pasto e
godendoci un clima veramente ottimo. Dopo il caffè e la fila per il WC, foto di
gruppo e ripartenza. Raggiungiamo nuovamente la Villa prendendo un traverso
destro che, in leggera salita ci fa prendere quota alla volta della Piscina
Porcinai che prende il nome dal paesaggista Pietro Porcinai.
La piscina è ricavata in una ex cava di granito
dove il paesaggista ideò un luogo di svago con una piscina profonda quasi 6
metri, dei sedili di bordo in roccia, degli stramazzi, piccole pozze con ninfee
e fiori d’acqua. Il luogo è eccentrico, curioso ma ricco di pace. Tartarughe e
cavedani trovano qui un luogo buono per vivere. Il sentiero prosegue tra ulivi
enormi e fioriture che appaiono all’improvviso. Incrociato il sentiero della
mattina, scendiamo ripidamente verso la costa sud occidentale percorrendo un
lunghissimo viale contornato da cipressi. Superato il castello dell’ isola,
terminiamo il doppio anello e decidiamo di riposarci ai tavoli della Villa
consumando birre, caffè e gelati. Intanto in lontananza tuoni fragorosi ci
dicono che forse pioverà.
Pochi minuti ed arriva il traghetto per il ritorno a San Feliciano. Ripartiti
con il pullman inizia a piovere forte ma questo non ha per noi più importanza. È
stata veramente una bella uscita con un gruppo altrettanto bello. Percorsi 8 km.
(P.M.)
FOTO
4 GIUGNO 2023 -
L'OLTRARNO DI FIRENZE
Torniamo a Firenze per la terza volta, sempre con il treno,
per un percorso che ci farà scoprire la collina posta oltre la Porta San
Frediano che sale verso la collina di Bellosguardo e va a Porta Romana entrando
nel Giardino di Boboli e Palazzo Pitti.
Il meteo è buono ma sappiamo che il pomeriggio potrebbe organizzare la solita
instabilità fatta di nuvoloni e temporale annesso, ma per questo siamo
organizzati come al solito. Anche oggi siamo un gruppo numeroso composto da 45
persone. Dalla stazione di S.M.N. ci dirigiamo alla volta dell’Arno che
attraversiamo al Ponte Vespucci dove è posta la Pescaia di Santa Rosa resa più
energica dalla bella portata del fiume.
Attraversiamo la Porta di Santa Rosa entrando nel giardino Dunant che costeggia
le antiche mura che recano alla grande Porta di San Frediano che sormonta Via
Pisana. Dopo un breve tratto del quartiere Poggetto, arriviamo al portale
dell’entrata della Villa Strozzi che, preceduta da un grande cancello, accede ad
un viale alberato che in leggera salita ci porta alla villa. Oggi la villa è
adibita a luogo di incontro per scambi socio economici con l’oriente,
soprattutto con la Cina mentre la vecchia Limonaia è oggi adibita a spazio
culturale con annesso Kaffeehaus. Saliamo tra i vialetti nel bosco fino ad
accedere all’uscita del parco che precede il piccolo viale che ci porta al
Monastero Olivetano di San Bartolomeo a Monte Oliveto. Qui sembra di tornare
alla Firenze del 500, molto di quel che vediamo è rimasto come allora ed entrare
dentro la chiesa e la sagrestia è stato
bellissimo. Un signore preposto alla comunicazione, molto preparato e affabile,
ci ha assistito nella spiegazione
trasmettendoci l’emozione del luogo, l’importanza delle opere, la visione che
sia ha su Firenze e chi questa visione l’ha dipinta. Pensare che Leonardo, il
Sodoma, il Vasari e tanti altri siano saliti qui per trarre fervore dal loro
genio, ci ha dato qualche brivido. Ripreso il cammino saliamo tra alti muretti a
secco verso il Prato dello Strozzino che precede l’erta di Bellosguardo che
raggiungiamo al punto panoramico dedicato a Violet Trefusis, scrittrice inglese
innamorata di Firenze. Scendiamo poi verso la città lungo una strada sormontata
da altissimi muri a secco dall’elegante ordito che ci fanno ricordare di come un
tempo alcuni lavori venivano fatti “ad opera d’arte”. Raggiungiamo Porta Romana
e ci organizziamo per entrare nel Giardino di Boboli. Non c’è fila anzi, la fila
la creiamo noi in quanto le addette all’entrata ci controllano gli zaini con il
metal-detector facendosi consegnare coltelli e coltellini. Entrati nell’immenso
giardino ci disperdiamo cercando angoli, storie e dettagli da cui trarre piacere
visivo e scattare foto. In autonomia consumiamo il pranzo sulle numerose
panchine collocate negli ombrosi viali. Ci ritroviamo tutti nei pressi
dell’Anfiteatro di Pitti all’ora stabilita per entrare dentro il palazzo per la
visita dei vari comparti. Consegnati tutti gli zaini nel guardaroba, iniziamo la
visita delle Collezioni. La Galleria Palatina, il Tesoro dei Granduchi, gli
Appartamenti Reali e la Galleria d’Arte
Moderna ci offrono la bellezza e la forza di questo luogo dandoci la dimensione
di cosa sia la nostra storia. Opere di Raffaello, Tiziano, Tintoretto,
Caravaggio sono solo alcuni dei grandi nomi del '500 italiano qui
presenti. Usciamo dal Palazzo Pitti sulla Piazza omonima accorgendoci dei
nuvoloni scuri sentendo l’eco di tuoni lontani. Ci sta andando bene, il
temporale previsto ci sta sfiorando. Decidiamo di cambiare leggermente il
percorso tanto per guadagnare quanto prima la stazione di S.M.N.
Attraversiamo Ponte Vecchio andando dritti fino a Piazza della Repubblica
per poi deviare verso Via della Scala dove volevamo visitare l’Officina del
Profumo, ma data la fila che usciva incolonnata sul marciapiede, abbiamo
rinunciato andando dritti verso la stazione. È stata un’altra bella giornata,
con tantissima bellezza condivisa, un gruppo efficiente e con un meteo dove è
stato importante il fattore “C”. (P.M.)
FOTO video di Sergio:
https://youtu.be/n_tnWFno6iY
25 GIUGNO 2023 - LA FORESTA
DELL'ACQUERINO
Dopo
diversi rinvii negli scorsi anni, finalmente è la volta buona: andiamo all’
Acquerino.
Arriviamo a Ponte a Rigoli trovando un clima straordinario e fresco dove sbuffi
di tramontana muovono i faggi. C’è tantissima gente già accampata nel bellissimo
pianoro verde, dove spiccano fornellini e barbecue, tavoli, sdraie e derrate
alimentari. Siamo in 14 e ci incamminiamo lungo la Limentra di Treppio,
ricca di acqua e di cascatelle che rumoreggiano nella piccola valle.
Superato l’antico insediamento medioevale di Glozano, interdetto da una rete che
ne preserva la progressione di scavo degli archeologi, guadiamo il Torrente dei
Trogoli. Un tratto di salita più ripida ci porta alla strada Collina – Acquerino
che lasciamo in coincidenza del bivio per Badia a Taona. Dopo un breve tratto
troviamo l’ingresso del viale alberato che porta all’area della Badia.
L’ambiente intorno alla Badia è pulito e curato e l’accesso al prato verde che
circonda la Badia è interdetto, quindi non violiamo la normativa ma ci sediamo
su delle panche a fare una piccola sosta godendoci il fresco ed il luogo
veramente bello. Visitiamo un’altra chiesetta che sorge decentrata dalla Badia
che presenta un altro bel prato verde. Ripartiamo andando ad intercettare il
sentiero 117 per il valico di Poggio alla Forca. Siamo dentro l’immensa faggeta
dell’Acquerino ed il sentiero è veramente bello, spesso attraversato da
torrentelli e puntellato da piccole ed improvvise fioriture. Alcune fragoline di
bosco addolciscono qualche bocca e c’è chi raccoglie dei funghi. Superata la
sorgente dei Trogoli percorriamo un tratto di saliscendi fino a raggiungere il
tratto di salita che porta ai 1182 metri del valico Poggio alla Forca. Raggiunto
il valico, ci sistemiamo chi al sole chi all’ombra iniziando la nostra pausa
pranzo. Ripreso il cammino sul sentiero 111 in direzione del rifugio Acquerino,
ci soffermiamo poco dopo per osservare e fotografare il curioso riparo della
Capanna di Chiusoli che al suo interno ha anche un tavolo.
Scendiamo tra abeti bianchi, faggi e aceri, cullati da un clima ideale e siamo
talmente rilassati che perdiamo il bivio giusto. Rimediando subito facendo un
giro leggermente più lungo ma che non cambia la sostanza del nostro itinere.
Fioriture accese catturano attenzioni mentre il tracciato ci crea piccoli dubbi
con il sensore del satellite che “si perde” nel nulla. Nessun problema, ci
consultiamo prendendo la giusta direzione quasi a vista. Uno stretto sentiero ci
porta al Rifugio dell’Acquerino dove vediamo molte auto, ma per nostro
dispiacere il rifugio è chiuso. Peccato, pensavamo ad una birra ad un caffè ad
un gelato, qualcuno dice che il periodo della pandemia abbia lasciato questi
strascichi dai quali alcune piccole attività non si sono più riprese. Arriviamo
alla caserma forestale dove al proprio interno è allestito il museo della
montagna, ma è tutto chiuso a dispetto della tanta gente che vediamo intorno a
quest’area, tra l’altro tenuta molto bene.
Un tratto di asfalto ci riporta a Ponte a Rigoli letteralmente invaso da auto e
persone. A dispetto di quest’ultimo aspetto è stata una bella
escursione, fresca, in uno stupendo bosco e soprattutto con un bellissimo,
piccolo gruppo. A settembre ragazzi. (P.M.)
FOTO
percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/foresta-dellacquerino-rt-2023-138324626
17 SETTEMBRE 2023 - MONTELUPO
FIORENTINO E CAPRAIA
Per la
prima volta per raggiungere il luogo di partenza dell’escursione, utilizziamo il
treno e le auto delegando la libera scelta del mezzo a fronte di un comune luogo
d’incontro e a un orario con piccola forbice. Al sottopasso della stazione di
Montelupo ci ritroviamo in 32 ed iniziamo il percorso attraversando il ponte
sull’Arno per raggiungere Capraia Fiorentina. Saliamo la rupe dove si arrocca il
paese transitando per la vecchia fornace Pasquinucci, oggi sede
espositiva per artisti. Una discreta salita su vecchio selciato ci porta al
sommo del paese dove si trovano tracce dell’antico castello nei pressi della
chiesa di Santo Stefano. Discesa attraverso la Via degli scalini che si affaccia
più volte dalla rupe a picco sull’Arno.
Attraversiamo nuovamente l’Arno e superata la stazione di Montelupo arriviamo al
ponte sulla Pesa, purtroppo in secca ferragostana. Prendiamo il vialone della
Villa medicea dell’Ambrogiana (ex manicomio criminale) raggiungendo l’omonimo
parco abbastanza affollato da pedoni e ciclisti. Alcuni lavori in corso ci
precludono il percorso vicino l’Arno quindi facciamo una piccola deviazione che
ci porta verso la chiesa dei Santi Quirico, Lucia e Pietro d’Alcantara.
Casualmente la troviamo aperta e ne approfittiamo per una visita. Attraversiamo
i prati alle spalle della Villa in direzione della Torre dei Frescobaldi, torre
del 1300 dove abbiamo appuntamento per la visita. Ci accoglie il proprietario,
il Sig. Bartolozzi ed un collaboratore con i quali
visitiamo i sotterranei dove è allestito il piccolo ed interessante museo
del fiasco toscano impagliato. Riprendiamo
il percorso tornando verso Montelupo lungo i bei viali del parco dell’Ambrogiana
ma con un clima afoso e umido che ci penalizza. Prendiamo la pedonale lungo la
Pesa che presenta poche pozze d’acqua solo in corrispondenza di salti e pescaie.
La pausa pranzo viene fatta in zona Turbone dove alcune panchine in ombra
capitano giuste giuste.
Si suda, ma riprendiamo e attraversiamo la Pesa arrivando alla Pieve di
Sant’Ippolito e Cassiano. La Pieve è dell’anno 1000 è quasi sempre chiusa ma è
elegante e merita qualche foto. Ritorniamo verso Montelupo ed entriamo nel borgo
tramite la passerella che precede il
Mulino dell’Elmi del 1200. Nelle vie del borgo ci sono le bancarelle di un
mercatino di cose vecchie. Visitiamo la Pieve di San Giovanni Evangelista e
decidiamo, dato il clima afoso ed una certa stanchezza, di non salire fino al
sommo della collina dove sorge la Prioria di San Lorenzo e ci dirigiamo
direttamente al Museo della Ceramica. Museo molto bello che meriterebbe ancor
più attenzione e approfondimento. Ambiente climatizzato, con una suddivisione
sia cronologica che di argomento. Nella seconda parte della visita siamo stati
assistiti da una guida che ci ha veramente aiutato a capire quel che stavamo
osservando e la storia della nascita di questo giovane museo nato solo 50 anni
fa. Qui abbiamo dato la fine dell’uscita e il rientro verso la stazione e le
auto è avvenuto in ordine sparso con alcuni
pit stop tra bar e fontanelli d’acqua fresca. (P:M.)
Percorsi circa 12 km.
FOTO video di Sergio:
https://youtu.be/F_aPiAAxA1Y
15 OTTOBRE N2023 -
LE VIE CAVE DI PITIGLIANO
È stata una
bella giornata, nata con un meteo incerto e con un cospicuo bagaglio di
ombrellini, kayway e mantelle che ognuno ha messo nel proprio zaino, ma che alla
fine sono risultati superflui e inutili.
Partiamo puntuali, siamo in 49. Il pullman è nuovo, confortevole e
condotto da un autista serio e di poche parole ma altamente professionale.
Arriviamo a Pitigliano, che sempre svela la propria iconica bellezza all’ultima
curva e scendiamo al punto di scarico pullman, proprio davanti Piazza
Petruccioli. Iniziamo la visita del borgo percorrendo i selciati antichi
osservando e fotografando architetture e angoli perduti nel tempo.
Superiamo l’entrata dell’antico ghetto ebraico raggiungendo infine la discesa
selciata che conduce alla Porta Sovana. Siamo fuori dal borgo e nella rupe che
lo sostiene si aprono anfratti, resti di colombari e vecchie tombe. Scendiamo
attraversando la via cava di Poggio Cani costellata di entrate e nicchie ed è
subito bella suggestione. Arrivati alla strada Pitigliano-Sovana la percorriamo
per un breve tratto prendendo il sentiero che arriva al guado sul torrente
Meleta che precede l’entrata alla via cava Fratenuti. Troviamo un torrente ricco
d’acqua che non risente affatto del periodo siccitoso e della captazione
dell’acquedotto di Pitigliano posto poco più a monte. Il guado non è difficile o
pericoloso ma in molti, anzi la maggioranza, decidono di aspettare i più
ardimentosi nell’area sosta vicina. Il primo tratto dei Fratenuti ha pareti
altissime, circa 10 metri ed è emozionante percorrere l’antico selciato in un
ambiente veramente suggestivo. Dopo la via cava si abbassa fino a diventare un
selciato nel bosco ed il gruppo decide di fare ritorno all’area di sosta
guadando nuovamente il torrente e riunirsi agli altri per la sosta pranzo.
Questa è l’unica via che percorreremo in andata e ritorno.
Dopo la pausa partiamo per la via cava di San Giuseppe e subito si entra in
ambiente esclusivo apprezzando il senso d’avventura che ci pervade. Superata una
piccola necropoli etrusca dove si trovano delle tombe, alcune piene di acqua, si
procede tra alte pareti fino all’Edicola di San Giuseppe, piccola cella con
grata con effige del santo posta in alto all’entrata di una sorta di galleria.
Si arriva alla Fonte dell’Olmo dove alcune vasche colme d’acqua sottostanno al
“mascherone” che contiene la fonte.
Finita questa spettacolare via, percorriamo la stradina di campagna che ci
divide dalla via cava dell’Annunziata, con belle prospettive sul borgo di
Pitigliano. Iniziamo la discesa dell’Annunziata che subito si inabissa
ripidissima tra pareti di rocce. È bellissima per ardimento e ingegneria e pur
avendo qualche migliaio di anni è sempre li e scenderla ci regala un piacevole
senso d’avventura.
Sbuchiamo sulla sulla strada nei pressi della zona dove abbiamo effettuato la
sosta pranzo. Poco oltre prendiamo un sentiero nel bosco che con una costante
salita ci riporta nei pressi della Porta Sovana dove terminiamo questo
avventuroso percorso. Visitiamo Pitigliano, adesso come semplici turisti,
entrando nel ghetto,passando dalla bella cattedrale di San Pietro e Paolo e
fermandoci nella piazza davanti al Palazzo Orsini dove ci fermiamo per il caffè,
un gelato ed un bicchiere di bianco di Pitigliano. Ripartiamo nell’orario
prefissato e sul pullman ci riposiamo guardando le foto fatte e schiacciando più
che un pisolino. Bella giornata, ottimo gruppo e comunque sempre fantastica
Toscana. (P.M.) Percorsi circa 8,5 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/le-vie-cave-di-pitigliano-1-150255845
video di Sergio: https://youtu.be/nRpAFNO6dd8
19 NOVEMBRE 2023 - MONTESTIGLIANO
Tutti gli
anni dedichiamo almeno un’uscita alla zona della Montagnola senese e tutte le
volte scopriamo sempre qualcosa di nuovo. Si capisce subito…, quella odierna è
stata veramente una bella escursione.
Mattina finalmente freddina con un sole che duella con strati medio bassi che
arrivano da ovest. Questa volta non siamo un gruppo folto, siamo in 14 ma con
qualche nuovo ingresso.
Parcheggiate le auto nei pressi di Torri, che raggiungiamo in leggera salita,
scattando alcune foto alla parte nord del borgo. Entriamo attraverso un’antica
porta ad arco che porta nella piazzetta principale, mentre sulla destra
un altro piccolo arco immette nell’Abbazia che conserva uno dei
chiostri più belli della toscana. Usciamo da Torri iniziando un sentiero
che attraversa una castagneta che poco dopo si trasforma in bosco misto dove
troviamo anche dei “galletti”. In leggera e costante discesa raggiungiamo
un ponticello che attraversa il Rio Canale e che ci permette di arrivare
al borgo di Stigliano.
Questo piccolo agglomerato di case che si addossa alla possente Torre del
Poggiarello, racconta in ogni particolare della magnificenza di un’ architettura
medioevale importante, ricca ed ancora contemporanea. Facciamo numerosi scatti
godendoci il bellissimo contesto. Superiamo il castello della Poderina,
purtroppo chiuso, proseguendo il sentiero in direzione del viale cipressato di
Montestigliano. Raggiunto il viale (da noi percorso nel 2006) lo percorriamo
lungo la sua retta strada per circa un chilometro fino al bivio che conduce a
Montestigliano. Preso il bivio lo percorriamo in leggera discesa fino a quando
un possente raglio ci fa sobbalzare…, un carinissimo
asino attira la nostra attenzione. Qualche carezza e due biscotti e
ripartiamo. Arrivati alla fattoria- borgo di Montestigliano ci godiamo la
bellezza del luogo. Nella piazzetta del borgo, con grande vista sulla piana
sottostante e sul senese, troviamo sedie e tavolini che sembrano messi lì per
noi. Ne approfittiamo consumando il nostro pranzo, ammirando la villa padronale
i rimessaggi e le cantine, stando comodamente seduti in questo bellissimo
contesto. Ripartiamo prendendo un sentierino che in costante discesa ci porta
nella piana di Brenna. Siamo a ridosso del duecentesco molino di Brenna, ampio,
turrito e con la gora dove ancora scorre l’acqua del Merse. Acceleriamo il passo
perché siamo in leggero ritardo sulla tabella di marcia, superiamo Brenna e
arriviamo al tratto del sentiero che per un po' si affianca alla Merse. Lasciato
il fiume una leggera e costante salita ci porta verso Stigliano. Superato il
laghetto effimero di Poggio, scolliniamo verso Stigliano e subito si apre un
bellissimo scenario sulla Torre del Poggiarello. Poco dopo raggiungiamo il
Palazzo di Stigliano, possente torre con barbacane circondata da case
medioevali. Dal sommo di questo piccolo agglomerato, grande panorama verso il
castello della Poderina, il Poggiarello e Montestigliano. Non è tardi ma nemmeno
presto, per questo decidiamo di accorciare il percorso raggiungendo le nostre
auto, percorrendo un tratto di strada asfaltata in direzione di Rosia.
Veramente un bel percorso per un bellissimo gruppetto di amici. (P.M.) cica 14
km.
FOTO
tracciato:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/montestigliano-1-153263460
3 DICEMBRE 2023
- LE MINIERE DI CALCAFERRO
Torniamo
sulle Apuane dopo un po' di tempo in una giornata radiosa di sole e con le
montagne imbiancate dalle nevicate notturne.
Anche
oggi, come la scorsa uscita, non siamo in tanti, siamo in 14 con la presenza di
Mora una buona e dolcissima Pastore del Caucaso. Parcheggiate le auto a Ponte
Stazzemese risaliamo un tratto di strada per Stazzema fino ad una vecchia cava,
dove inizia il tratto in salita tramite scaloni corredati di passamano. È una
salita a tratti dura dove in un breve guadagniamo una discreta quota fino alla
dismessa cava del Piastraio, dove troviamo delle vecchie case datate 1928.
Attraversato un guado con cascatella lato monte, inizia un bel selciato dove
però dobbiamo superare alcuni alberi caduti di recente. Arriviamo a ridosso del
Santuario della Madonna del Piastraio, che intravediamo tra gli alberi ma non lo
raggiungeremo perché un grande albero caduto sbarra completamente il percorso.
Dopo vani tentativi desistiamo e decidiamo di proseguire in discesa alla volta
delle Mulina. Dopo un primo tratto di facile sentiero, vari alberi caduti e
tratti di sentiero franati ci impegnano molto ma trovare un “passaggio” diventa
impossibile. Purtroppo non si passa e dobbiamo tornare indietro, almeno fino
alle vecchie case del 1928 dove sappiamo esistere una traccia che ci possa far
evitare di tornare fino al tratto degli scaloni. La traccia è percorribile ed in
breve ci porta alla strada di fondovalle che prendiamo in direzione delle
Mulina. Percorrendo la strada notiamo la bellezza del Torrente delle Mulina e
del verdissimo contesto che lo accompagna. Ogni tanto si vede la Pania,
completamente imbiancata, il Forato ed il Procinto e come sempre ci sentiamo a
“casa” perché queste montagne hanno accompagnato la nostra vita e delle quali
siamo ancora profondamente innamorati. Raggiunta la chiesa di San Rocco saliamo
in direzione della valle di Calcaferro dove la stradina finisce in una galleria
che si apre in un largo sentiero affiancato dal fragoroso torrente Radice.
Superato un ponte in pietra si incontrano antiche case completamente rivestite
da muschi e capelvenere trasudante acqua. Attraversiamo il torrente su di un
alto ponte che ci porta verso la zona mineraria. Il sentiero presenta tratti
ripidi con con alcune roccette e, superati gli ingressi delle miniere
caratterizzate da colorazioni diverse, superiamo nuovamente il torrente. Adesso
il sentiero scende tra numerosi rivoli d’acqua verso la zona degli opifici
abbandonati. Il contesto è bello, l’acqua zampilla da tutte le parti, i muschi
ricoprono ogni superficie e i vecchi macchinari sembrano raccontare le lontane
fatiche umane. Si scende ancora costeggiando il fragore del torrente ritornando
al ponte in pietra e di lì a poco alla galleria che ci fa uscire da Calcaferro.
Facciamo rapidamente la pausa pranzo davanti alla chiesa di San Rocco in quanto
il freddo si fa sentire (qui il sole si rivedrà tra due mesi e mezzo).
Approfittiamo di un bar che si trova vicino alla chiesa per prendere un bel
caffè caldo e alcuni corretti, poi riprendiamo il percorso verso Ponte
Stazzemese andando a terminare l’uscita. Le frane e gli alberi caduti ci hanno
condizionato in modo relativo in quanto il nostro focus principale era
Calcaferro che ci ha ripagato pienamente. (P.M.)
FOTO
17 DICEMBRE 2023 - ANELLO DI CASTELNUOVO
D'ELSA.
Questa escursione non rientrava nel programma 2023,
ma abbiamo deciso di inserirla all'ultimo momento perché ci sembrava
particolarmente adatta alla giornata. In effetti un cielo limpidissimo, una
temperatura freddina al mattino ci hanno favorito in questa bellissima camminata
sulle colline ad ovest di Castelfiorentino. Ci ritroviamo al piccolo cimitero di
Castelnuovo, siamo in 27, più il cane Mora (già presente alla precedente
escursione) e il gradito ritorno di Trilli e Jolie, i due simpatici canini
bolognesi. Attraversiamo il piccolo borgo e scendiamo subito a valle per poi
risalire verso la fattoria di Meleto
. La villa e la fattoria sono note
soprattutto per la figura di Cosimo Ridolfi che nel 1843 fondò il primo Istituto
Agrario in Italia. Abbiamo incontrato una signora, discendente dei Ridolfi che
purtroppo non ci ha consentito di visitare almeno l'esterno della villa che oggi
è utilizzata anche come location di eventi e matrimoni. Proseguiamo, rimanendo
in quota, fino alla località di Cambriano. Il percorso è piacevole, si snoda in
mezzo a ulivi, piccoli casolari, vigneti e inoltre ci offre uno splendido
panorama verso i Monti Pisani, Le Apuane e l'Appennino.Sempre seguendo la via
della Poggiarella giungiamo a Coiano, sede della famosa Pieve dei santi Pietro e
Paolo, purtroppo non visitabile. Dietro la pieve vi è un'area attrezzata con
tavolini e acqua potabile e qui abbiamo consumato il pranzo. Il nostro percorso
è continuato con progressiva e dolce discesa a valle. Abbiamo costeggiato per un
poco la SR 429 per poi risalire verso il paese. Abbiamo dovuto evitare un
cancello (abusivo?) posto improvvisamente sullo stradello, passando attraverso
la macchia. Una salita abbastanza ripida ci ha condotto al parcheggio auto. Da
rilevare l'immenso panorama a 360 gradi, dalle Alpi Apuane, il Corno alle Scale,
i monti della Calvana, il Pratomagno e via via fin verso il mare. Percorsi circa
15 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/aello-di-castelnuovo-delsa-155104563
26 DICEMBRE 2023 - DALLA
VALLE DEL CARFALO A COLLEGALLI
Questa camminata post-natalizia e fuori programma era
stata richiesta da molti, anche per smaltire le abbuffate del Natale. Dopo
alcuni giorni di cielo coperto e uggioso, le previsioni si presentavano buone.
Purtroppo durante la notte, inaspettatamente, è caduta un po’ di pioggia che ha
reso piuttosto fangoso il terreno di quelle colline. Siamo in 21 più i soliti
Trilli e Jolie. Ci ritroviamo tutti alla rotatoria de La Fila e da qui
raggiungiamo velocemente il punto di partenza posto poco dopo il bivio per La
Sughera. Parcheggiate le auto ci incamminiamo in leggera salita, subito accolti
dal latrare di 3 o 4 cani peraltro abbastanza (per fortuna) mansueti. Mentre
saliamo ammiriamo alla nostra sinistra, illuminati da un raggio di sole, i
famosi “calanchi” di Toiano, davvero un bello spettacolo da fotografare.
Arrivati in quota lo stradello con ghiaia purtroppo finisce e vediamo che la
pioggia aveva inzuppato abbastanza questi terreni argillosi. Lo stradello era
stato abbastanza scassato dai trattori che spesso transitano su queste colline.
Gli stessi trattori, dopo aver sconquassato la strada, hanno aperto un passaggio
laterale alla stessa che peraltro ci ha permesso di passare, magari saltellando
per evitare il fango. Una salita abbastanza ripida, non evitabile ed
estremamente scivolosa ci ha riempito di fango argilloso le suola delle scarpe e
i pantaloni. Arrivati comunque al bivio per Brentina la strada era nuovamente
inghiaiata e percorribile senza infangarsi. Dopo circa 6,5 km. siamo arrivato a
Collegalli. Siamo entrati nel parco della villa giusto all’ora del pranzo. Un
po’ di relax sotto un tiepido sole, la foto di rito e poi via per il ritorno
sullo stesso percorso. Qui abbiamo valutato, per evitare il fango, se trovare
una alternativa ma, comunque la si girasse, c’era sempre incertezza su che cosa
avremmo trovato; inoltre rischiavamo di allungare il trekking un bel po’.
Abbiamo perciò deciso di rifare la stessa strada che, fortunatamente, si era un
po’ asciugata con il sole e un refolo di vento. Il panorama che si vedeva lungo
il percorso era bellissimo, le colline con il grano già verde, Volterra in
lontananza, i cascinali sparsi qua e là, gli olivi, le ombre proiettate sul
terreno da sporadiche nuvole..un paesaggio bucolico
Il trekking è terminato verso le 15 con
circa 13 km. di percorrenza.
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