DIARIO ESCURSIONI 2020


5 GENNAIO 2020  -  TREKKING URBANO A VERONA

Oggi recuperiamo l’uscita del trekking urbano a Verona dello scorso Dicembre, annullata per l’inclemenza del tempo. Partiamo puntuali alle ore 6 con una bella nebbia che sembra d’essere in pianura padana. Sulla A1, poco oltre Barberino, emergiamo dal mare di nebbia che copre il Mugello intravedendo il chiarore dell’alba. Un sole splendido, con brina a terra, ci accompagnerà fino a Verona. Parcheggiato il bus, siamo scesi andando verso Ponte Aleardi, dove incontriamo Paolo e Elisabetta che già si trovavano a Verona. Siamo in 51 e la città un po' ci preoccupa per il serraggio delle file e la potenziale dispersione che può causare. Arrivati a Piazza Bra, splendida ribalta storica e architettonica, facciamo un po' di fila per la tantissima gente che qui si accalca, in virtù del fatto che oggi tanti musei e monumenti hanno il costo simbolico di 1€ . L’Anfiteatro con le sue pietre, i suoi spalti e gli scranni, esprime ancora oggi quel senso di storico e di imperiale che sicuramente aveva nell’auge della sua vita. Ci ritroviamo tutti all’uscita riprendendo il percorso attraverso l’elegante Liston (marciapiede in lunghe lastre di marmo) costeggiato da eleganti palazzi e arrivando a Castelvecchio, merlato castello del 1300. Dall’atrio del castello ci siamo spostati sul Ponte Scaligero che con le sue arcate in cotto e marmo della Lessinia, supera l’Adige in una sua grande ansa. Ci siamo poi diretti verso il centro, superando il grande Arco di Gavi, arrivando a Porta Borsari che annuncia l’entrata nel centro storico di Verona, quello dell’antico Foro Romano Tantissima gente, tanti turisti, negozi aperti e altre “chimere” non ci distraggono dal giungere tutti insieme in Piazza delle Erbe, cuore antico della città, orlato da torri e palazzi veramente ricchi di bellezza. Ci diamo un’oretta di pausa per il pranzo che ognuno ha impiegato in totale autonomia.  
Sia la Torre dei Lamberti, sia la casa di Giulietta sono assediate dai turisti e le file formate alle rispettive entrate ci convincono nel proseguire oltre riprovando in seguito nella fase di rientro.   
Siamo arrivati in vista della cattedrale di Santa Maria Matricolare nei pressi della quale, in una piccola corte, troviamo il passaggio per arrivare al Chiostro dei Canonici, luogo di pace con tanto verde e arricchito di reperti storici, graffiti e steli disseminati sulle pareti. Ci siamo diretti poi al Ponte Pietra, spettacolare ponte romano che chiude un’ansa  dell’Adige in uno scenario unico, con la collina di Castel San Pietro che domina lo scenario. Attraversato il ponte siamo giunti all’ingresso della stazione della funicolare, dove troviamo tanta gente in fila. Le operazioni d’imbarco (solo 20 persone a tradotta) ci erodono del tempo prezioso, ma il panorama che si gode dalla collina su Verona è veramente d’autore. Per il ritorno al Ponte Pietra, il gruppo si divide in due tronconi, alcuni sono scesi riutilizzando la funicolare, altri sono scesi tramite passelli e scalinate panoramiche, riunendosi infine al Ponte Pietra. Intanto si è fatto abbastanza tardi, tutto il gruppo si ripropone in Piazza delle Erbe per giungere alla casa di Giulietta, ma i tempi sono veramente stretti e viene deciso di andare dritti verso il bus, privilegiando il lungo viaggio di rientro.  
Qualcuno si intrattiene sotto il terrazzino di Giulietta e viene recuperato per essere ricondotto verso il gruppone che intanto sta percorrendo il lungo Adige alla volta del parcheggio del bus.  Con 15 minuti di ritardo partiamo verso la Toscana. Verona è una fantastica città, ci è piaciuta profondamente e merita sicuramente un’attenzione più particolareggiata e approfondita.   Tutto è andato bene, siamo stati bene, la giornata è stata illuminata da un sole quasi tiepido e siamo poi rientrati a casa comodamente per l’ora di cena. Una lode in particolare a Massimo, l’autista del bus, gentile, professionale e preciso. (P.M.)
  

FOTO      percorso (con Google Earth)     video di Sergio:  https://www.youtube.com/watch?v=buVBCwvvaCo


12  GENNAIO 2020 -   LE FUMAROLE DI SASSO PISANO

Una bellissima mattinata, fresca e con un cielo azzurro che di più non si può, ci ha accompagnato lungo la storica 439 Sarzanese Valdera, alla volta di Monterotondo Marittimo.  Siamo in 38, un bel numero, in più ci accompagna una piccola muta di cani (Trilli, Lola, Leo ed Ettore). Arrivati in orario e calzate le scarpe da trekking, partiamo decisi con una grande aspettativa sul percorso. Nonostante che molti di noi abbiano già conosciuto questo ambiente ed abbiano percorso varie volte questi sentieri, si rimane sempre affascinati e ripagati da questo contesto. Superate le prime fumarole ed arrivati alla grande biancana di Monterotondo, abbiamo optato per il sentiero alto che conduce a un belvedere dotato di panchine rivolte verso la costa. Piccola sosta, alcuni scatti fotografici prima di riprendere il sentiero tra fumacchi e cristalli di zolfo. Siamo poi giunti alla biancana più grande, quella più ricca di fenomeni, quella sottostante la cupola del Monte (rilievo alto 755 metri soprastante Sasso Pisano). Qui numerose pozze ribollenti d’acqua rendono l’ambiente surreale ed i fumi delle fumarole creano delle belle scene soprattutto se viste controsole. Sotto gli scarponi si percepisce il calore del terreno ed è una sensazione piacevole. Qualcuno intanto ha portato delle uova compiendo un rito doveroso quando si viene alle biancane, cioè quello di lessarle. Abbiamo prolungato la sosta perché l’ambiente è veramente interessante, forse alieno, ma siamo veramente gratificati e ci divertiamo come bimbi. Abbiamo poi ripreso il sentiero, questa volta in leggera discesa. Troviamo un tratto un po' impervio in quanto alcuni alberi caduti ed un piccolo smottamento, ci fanno un po' rallentare, ma siamo arrivati alla strada tra Sasso e i Lagoni giusti giusti per l’ora di pranzo. Infatti avevamo fissato la sosta al birrificio Vapori di Birra, dove troviamo apparecchiata una grande tavolata posta tra tini inox e bottiglie di birra. Abbiamo mangiato benissimo in un ambiente caldo e tranquillo e questo ci ha convinto che potremmo concatenare in un prossimo futuro un “escursionismo conviviale” con una più fitta frequenza. Siamo ripartiti verso il borgo di Sasso alla spicciolata ed il gruppo si è un po' “allungato”.   L’entrata nel borgo avviene tramite un “arco a trabocchetto” che invero è la porta del castello che ha la caratteristica di essere stato costruito sopra un enorme masso che domina la vallata.  Siamo poi scesi verso la base dell’enorme masso dove si trova la Buca di San Rocco, grotta naturale ricca di lumini ed ex voto e poco oltre il Biolago, piscina termale aperta nella stagione primaverile ed estiva. Il percorso di ritorno verso Monterotondo ha preso piede alla fine del paese risalendo il pendio boscoso denominato La Burraia. Si sale abbastanza ed altri alberi caduti rallentano l’andatura. Arriviamo ad intercettare il sentiero percorso in mattinata andando di lì a breve a terminare il percorso poco sopra Monterotondo Marittimo dove avevamo parcheggiate le auto. 
Una bellissima giornata con un ottimo gruppo (P.M.)

FOTO         percorso        vedere anche questo:  https://www.relive.cc/view/v1vjpP3rKY6


2  FEBBRAIO 2020  -  LA BAIA DEL SILENZIO (SESTRI LEVANTE) DA RIVA TRIGOSO

Poteva essere una giornata brutta e piovigginosa, ma fortunatamente non lo è stata. Siamo arrivati al piccolo parcheggio della stazione F.S. di Riva Trigoso dove abbiamo incontrato Angelo ed Emilia che sono venuti in treno. Siamo in 20, un numero perfetto per qualsiasi escursione. Ci siamo diretti verso il nucleo di Riva (Trigoso rimane a monte della stazione) passando davanti ai famosi cantieri navali ed arrivando nel piccolo centro in riva al mare. Superato il torrente Petronio ci siamo diretti verso il costone di collina che porta verso Punta Manara. Delle scale selciate ci hanno fatto guadagnare subito quota ed il sentiero ci è apparso tranquillo. Questo era il segmento che ci mancava ed avevamo deciso di affrontarlo per chiudere la conoscenza dei sentieri per Punta Manara. Si è rivelato un sentiero non semplice in quanto presentava tratti ripidi e scalini scalpellati malagevoli, alcuni di gradazione “inguinale” e inoltre bagnati e fangosi. Comunque siamo giunti senza problemi alla frazione di Ginestra ritrovando il sentiero che già altre volte avevamo percorso. Tratti di sentiero in pari e tratti di affioramenti granitici ci hanno accompagnato alla bellissima Punta Manara, slanciata cresta panoramica preceduta da una comoda area di sosta e da una scalinata corredata da passamano. Dopo le foto di rito abbiamo ripreso il sentiero questa volta in costante discesa verso Sestri Levante. In questo tratto abbiamo avuto i panorami più intensi e romantici sulla Baia del Silenzio, unico e appariscente contesto di pace ed armonia. Percorso un tratto di sentiero roccioso, bello ma anche scivoloso, siamo giunti nella zona dei coltivi che annunciano la vicinanza di Sestri. Un tratto in pendenza costituito da mattoncini rossi alternati a scalini ci hanno condotto al corso centrale di Sestri, proprio a ridosso della Baia. Alcuni del gruppo si erano anticipati nella discesa per avere la sicurezza di acquistare la “focaccia”, farcita in tanti modi ed autentica prelibatezza ligure. Ci siamo fermati per la sosta pranzo sulla spiaggia della Baia apprezzando l’incanto e la solitudine del luogo in una giornata uggiosa. Dopo caffè e dolcetti, ci siamo incamminati verso il promontorio di levante che fa da corolla sia alla Baia del Silenzio a sud sia alla Baia delle Favole a nord.    Abbiamo superato l’antica Chiesa di San Niccolò dell’Isola dirigendoci verso l’entrata del Grande Albergo Dei Castelli per provare a raggiungere la Torre Marconi che si trova nel parco dell’albergo. L’entrata medioevale dell’albergo però aveva il cancello chiuso e in un cartello si spiegava che l’esercizio avrebbe riaperto nel mese di Marzo. Siamo tornati indietro e percorrendo la Via dell’Educandato siamo scesi verso i palazzi della Baia del Silenzio andando a prendere il lungomare della Baia delle Favole.  Alcune gocce di pioggia ci hanno spronato ad aumentare il passo alla volta della stazione, inoltre  si stava avvicinando l’ora per prendere il treno per Riva Trigoso. Alla spicciolata ci siamo ritrovati alla biglietteria per comprare il biglietto e con un rush finale siamo riusciti a prendere il treno in tempo. Il viaggio è durato pochissimi minuti, del resto Riva Trigoso dista solo cinque chilometri dalla stazione di Sestri. È stata una bella giornata, abbiamo “osato” sfidare le nuvole e questa volta abbiamo avuto ragione. (P.M). 

FOTO        percorso (visualizzabile con Google Earth)


16  FEBBRAIO  2020 - SAN DONATO, CIUCIANO, MONTAUTO      (fuori programma)

Un anello con Giovanni Corrieri. Da San Donato (a sud di S. Gimignano) passando dal borgo di Ranza, poi il borgo abbandonato di Ciuciano. Torraccia di Chiusi, fattoria de' Cortesi, Montauto, San Donato.
km. 15,7  partecipanti 16
percorso


28  GIUGNO  2020 - LE CASCATE DI MATILDE NEI PRESSI DI COLLEMONTANINO / CHIANNI

Dopo un lungo periodo siamo tornati a fare trekking con una uscita fuori calendario. L’ultima nostra uscita ufficiale era avvenuta il 2 Febbraio alla Baia del Silenzio…, quasi 5 mesi…, una vita!
Solitamente nel periodo caldo adottiamo una sorta di transumanza che ci porta alle quote più alte e più fresche, ma per vari motivi e per una verifica effettuata alcuni giorni fa da Spartaco, questa volta abbiamo deciso di cambiare strategia. A Collemontanino ci ritroviamo in tanti, infatti siamo 36 e tre cagnolini, ci sono anche alcuni nuovi amici. Il primo tratto di erta salita che ci porta a Poggio Riosti  viene superato quasi di slancio tra chiacchierate non profuse per lungo tempo e le prime gocce di sudore che accarezzano le tempie.
In località Le Grolle prendiamo il bivio che ci accompagna verso il profondo vallone del torrente La Fine seguendo i cartelli comunali che indicano le cascate. Superiamo una vecchia cava di marmo nero facendo una breve visita al suo fronte di coltivazione e continuiamo a scendere verso il torrente. Man mano la discesa ci regala sempre più zone ombrose e fresche e sempre meno tafani e vespe. Ci fermiamo al bivio dove viene indicata una piccola digressione per visitare la “vecchia chiusa” manufatto idraulico costruito lungo il torrente. Un tratto inclinatissimo armato di corda porta alla base del manufatto ed impegna non poco il gruppo nello “scendi-sali”.
Ripartiti dal bivio in direzione del torrente, intercettiamo l’alveo sassoso ma completamente asciutto. Pochi metri dopo si capisce il perché in quanto l’acqua di scorrimento, che poi incontreremo, si ingrotta in un banco di sabbia procedendo in modo subalveo.  Meno male l’acqua c’è e ci regalerà un percorso molto bello con tratti anche impegnativi tra rocce e piccoli tonfi d’acqua. Anche la geologia regala “liscioni” bicolori dove il rosso terra di Siena predomina. Scivoli levigati, piccole marmitte e profonde pozze offrono uno scenario bellissimo con una temperatura gradevole data la fittissima copertura arborea. Decidiamo di pranzare nei pressi della Cascata della Luna, elegante liscione dove l’acqua letteralmente pettina e liscia una roccia più chiara dando un bell’effetto visivo. L’ombra, il fresco ed il rumore dell’acqua hanno un effetto veramente benefico anche sulle nostre mandibole che lavorano a tutto spiano. Dopo la pausa, altra piccola digressione su di un piccolo affluente che poco più a monte forma una doppia cascata in aderenza molto scenografica affiancata  ad un ampio antro, chiamato “la grotta di Bernardo”. Il percorso lungo il torrente purtroppo termina e la riemersione dall’alveo avviene lungo un ripidissimo traverso armato da corde ancorate agli alberi che movimentano ulteriormente l’adrenalina, o il divertimento di molti escursionisti.

Dopo un ultimo piccolo guado e l’incontro con un bellissimo giglio di San Giovanni, il sentiero ci riporta in quota verso Casa La Chiusa, bella casa contadina di recente ristrutturazione. Da qui in poi alcuni saliscendi e il diradarsi del bosco ci riportano ad una dimensione di piena estate che si sente tutta. Foto di gruppo nel pianoro della Rocca Montanino e ritorno verso Collemontanino attraverso un sentiero contornato da ginestre di un giallo intenso e dal buonissimo odore. È stato un bellissimo percorso, così come tutta la compagnia. Valeva la pena conoscere questo anfratto naturale così vicino  e così sconosciuto a molti. (P.M.) . Percorsi circa 8,5 km. 

FOTO         percorso            video


19  LUGLIO  2020  -  PRATO BELLINCIONI (nei pressi di Piandinovello)

Di solito in luglio-agosto interrompiamo i trekking anche per il gran caldo. Ma quest'anno abbiamo un luglio insolitamente accettabile dal punto di vista meteo e anche una lunga interruzione per il Covid-19, per cui ci siamo sentiti un po' invogliati a fare qualcosa. L'Appennino in estate è particolarmente invitante anche per la frescura dei suoi boschi. Abbiamo scelto un percorso non lungo (km. 11,5) e abbastanza facile. Siamo in 13 e ci ritroviamo al parcheggio della vecchia stazione di sci di Piandinovello. Da qui si dipartono vari sentieri, noi prendiamo la via principale, asfaltata per circa 400 metri, adibita in inverno a pista da fondo. Si tratta di stradelli forestali, ben tenuti e con varie panchine in legno e anche tavolini da pic-nic. Il percorso si svolge praticamente per intero all'ombra della immensa faggeta che fa parte della Riserva Naturale Statale "Pian degli Ontani". Arrivati in prossimità del Rifugio Lagacciolo andiamo in leggera salita fino ad incrociare il bivio per Prato Bellincioni. Questo tratto è piuttosto ripido e mette alla prova le nostre gambe poco allenate. La località è molto panoramica, vi è un grande spazio con tavolini e grandi faggi. Qui consumiamo ovviamente il pranzo in una atmosfera piacevole, fresca e senza vento. Sarebbe bello indugiare di più ma dobbiamo scendere per ritrovare lo stradello che ci riporterà alla base. Giunti in località "Balzi Bianchi" scendiamo per sentiero 06 fino a ritrovare la pista di fondo che ci riporta al Rif. Lagacciolo e da lì al parcheggio.

FOTO     percorso