La resistenza, peraltro tendenzialmente in diminuzione, del blocco all’atlantico, continua a deviare il corso principale del getto verso nord, non impedendo, però e nell’ambito di una fisionomia split, l’infiltrazione di una sua diramazione secondaria alle basse latitudini. Il tempo attuale, variabile/perturbato, del mediterraneo centro-meridionale, è influenzato anche da questa diramazione, e non solo, pertanto, dalla discesa di una moderata saccatura da nord. Risulta evidente come dette componenti finiscano per interagire e caratterizzare il quadro, a dette latitudini, di un flusso occidentale a componente ciclonica in quota e quello, conseguente, di una depressione al suolo, ben foriera di sviluppi nuvolosi consistenti su quelle aree. Il disegno della situazione prevista a 48 ore rende bene l’idea, con il supporto della simbologia, del, seppur modesto, scavo in quota, alimentato dalla componente atlantica e, soprattutto, dalla componente dei mari del nord. Un contesto, questo, che, sia per ragioni termiche che per ragioni dinamiche, finisce per dare vita alla classica circolazione ciclonica mediterranea sul centro-sud, certamente capace di produrre fenomeni piovosi, localmente di una certa intensità. Termini come medicane, dana, e frasi che coinvolgono aria proveniente dalla russia, è bene lasciarli da parte perché con detta situazione non c’entrano niente, e non posso non continuare a domandami il motivo per cui si continuano a scrivere, qua e là, robe del genere. Situazioni come quella descritta sono talora dure a morire, ma, nelle linee generali, si nota, in questo, caso, la tendenza verso una certa evoluzione, anche se magari assai graduale, che vede il procedere della situazione, in direzione di fine decade, verso una flessione del blocco e verso una configurazione più atlantica o più mobile e prettamente occidentale…
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