
DIARIO ESCURSIONI 2025
 
11 GENNAIO 2025 - ANELLO DEL 
MULINO DEL ROGLIO (FORCOLI)
Dopo la 
pioggia della sera precedente, la mattina si presenta coperta con qualche grado 
in meno di temperatura e con la previsione di entrata di venti da nord est.  
Ci ritroviamo al parcheggio del circolo la Nuova Primavera ed anche oggi siamo 
in tanti, infatti siamo in 34 con alcuni nuovi arrivi. Partiamo alla volta della 
Via dell’Impietrato scaldando i muscoli sull’erta che conduce al castello e alla 
chiesa di San Frediano.  
Riparati dal vento, che intanto aveva iniziato a garrire, ci godiamo per qualche 
attimo il panorama che si apre dal piazzale della chiesa verso ovest. Scendiamo 
per sterrata e sentiero verso il piano della Tosola attraversandola e prendendo 
un bel viale sterrato contornato da platani. Voltiamo quasi subito a destra 
iniziando la salita nel bosco in direzione della collina di Larino. Anche qui 
bel panorama dal sommo della collina. Scendiamo nuovamente alla volta di Villa 
Larino, contornato da una bella oliveta e accompagnati da uno sterrato dal fondo 
ottimamente tenuto. Però poco dopo la villa, lo sterrato va in discesa 
diventando sentiero vero e proprio con alcuni tratti anche malagevoli. Nei 
pressi del cimitero di Alica il sentiero migliora e raggiungiamo la parte alta 
del borgo dove, in prossimità della chiesa, facciamo un piccolo spuntino.  Ripreso 
il sentiero alla fine del borgo, saliamo nuovamente alla volta della localtà del 
Crocione. Qui alcuni tratti fangosi vengono evitati camminando nell’erba della 
chiudenda. Da rilevare l'incontro in lontananza con due daini, di cui uno con il 
corpo quasi del tutto bianco, una rarità.. Arriviamo alla strada per Palaia 
dirigendoci verso Villa Saletta e superato il famoso bar Giannini (famoso per i 
ponci), entriamo nel borgo dall’unico lato accessibile dato che l’intero borgo è 
in ristrutturazione.  
Facciamo pausa pranzo nei pressi della chiesa dei SS. Pietro e Michele e mentre 
mangiamo sentiamo i primi morsi di freddo, quindi ci affrettiamo anche per la 
foto di gruppo, riprendendo poi il cammino.  
Preso uno stradello, superiamo le vecchie colonne che facevano accedere 
anticamente al borgo, nei pressi delle quali troviamo i ruderi della casa del 
guardiano di questo accesso. Scendiamo in un bell’ambiente con panorami e colori 
veramente belli. Superiamo gli eleganti ruderi del Mulinaccio nei pressi dei 
quali sorge una gigantesca quercia. Abbiamo adesso riconquistato il piano e 
andiamo decisi verso il molino del Roglio, attraversando la strada provinciale 
delle colline. Del molino e del minuscolo borgo che sorgeva intorno restano le 
case abbandonate ma le storie di vita di questa realtà vengono rievocate da 
Sergio che da piccolo vi ha conosciuto i volti e le persone. Superata anche la 
vecchia tabaccaia, attraversiamo il piccolo ponte di mattoni che supera il 
Roglio, con annessa casina del gabelliere. 
Percorriamo la piana del Roglio, sparsa di casolari, sfruttando stradelli e 
tratti di sentiero e cercando di evitare il fango. Ci avviciniamo sempre di più 
alla strada della Fila dove in breve la raggiungiamo per poi saltare sulla 
parallela via ciclabile che in breve ci condurrà verso il ponte sulla strada 
Capannoli- Forcoli e quindi alle auto. Bel giro vicino casa ed ottima compagnia. 
(P.M.) Percorsi quasi 15 km
FOTO       video:   https://youtu.be/XUR9DNtZAjQ   
                         
percorso:  
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/anello-del-molino-del-roglio-195555223
16 FEBBRAIO 2025  -  LUNI, IL FARO E LA 
ZONA ARCHEOLOGICA
Finalmente 
dopo alcune domeniche piovose, una bella giornata, fredda e senza vento…, 
proprio quello che volevamo.  
Arriviamo tutti nel luogo dell’appuntamento posto tra la foce del Magra e 
Marinella di Sarzana, ci parcheggiamo apprestandoci ad iniziare l’escursione. 
Siamo in 38, qualcuno dice 39, comunque sempre un bel numero. Attraversata la 
litoranea, entriamo in un boschetto di lecci e prendiamo il sentiero che ci 
porta in breve in un luogo apparentemente strano, forse fuori luogo ma 
decisamente importante. Qui è posta la statua in marmo dedicata a Carlo 
Fabbricotti, imprenditore di fine 800 che qui costituì la Tenuta Agricola di 
Marinella e qui costruì un villaggio per le proprie maestranze. La tenuta è 
arrivata fino ai giorni nostri con alterne vicende e ad oggi sappiamo che è 
gestita da una banca solo a titolo di fine vita. Davanti alla statua di marmo 
bianco sorge il cimitero di Marinella e la cappella di famiglia Fabbricotti.   
Attraversiamo quel che resta del villaggio agricolo dove notiamo la latteria, il 
centro direzionale, la Chiesa e purtroppo lo stato di degrado di molte 
strutture. Siamo ora in piena tenuta dove notiamo i cascinali abbandonati, i 
piccoli viali con filari di pini, alcune piccole aree paludose dove cresce del 
canniccio, sullo sfondo le Apuane innevate. Arriviamo al Faro di Luni, oggi 
ponte ciclo pedonale che scavalca l’autostrada A12, sormontato da uno stilizzato 
faro in ferro che lo rappresenta nella posizione dove quasi sicuramente sorgeva 
secoli fa. Percorriamo uno stradello che fiancheggia un torrente arrivando fino 
all’entrata del parco-museo archeologico.  
Fatti i biglietti entriamo all’interno del parco di Luni Antica e al Foro ci 
dividiamo prendendo varie direzioni di visita che portano a delle insorgenze 
architettoniche, alcune veramente notevoli (Domus affreschi, Tempio Capitolino, 
Epigrafi, Teatro, Mosaici). Fatta la pausa pranzo chi con il classico panino, 
chi con un piatto di pasta ed un calice di Colli di Luni, ci dirigiamo verso 
l’Anfiteatro che raggiungiamo proprio nel momento in cui vi giunge un piccolo 
gregge di pecore nere massesi. Aspettando l’apertura dell’anfiteatro, scattiamo 
numerose foto a questo gregge costituito quasi interamente da femmine, quasi 
tutte pregne, come ci ha detto la pastora. Fatta la visita all’anfiteatro, 
torniamo verso il Faro di Luni, transitando dalla vestigia di quel che resta di 
un grande mausoleo, anch’esso di epoca romana.  
Giunti nuovamente al Faro, prendiamo una deviazione che in breve ci conduce ad 
un terrapieno dove il tracciato pedonale entra in una sorta galleria dove ci 
accoglie una realtà multimediale che con immagini a tutta parete e musica 
diffusa, ci ricordano tutto quel che poche ore prima avevamo visto a Luni 
Antica, una vera “chicca”.  
Mentre facciamo il percorso di rientro incrociamo una moltitudine di persone che 
con bici, passeggini, cani al guinzaglio, riempiono sentieri e vialini e ci 
sorprendiamo della cosa perché effettivamente trovare tanta gente a passeggio in 
piena campagna non è una cosa ordinaria, ma è comunque piacevole.  
In breve arriviamo alle auto e sulla spiaggia vediamo tantissima gente che si 
gode le ultime luci di questa bella giornata. Giusto…, è stata veramente una 
bella giornata. (P.M.). Percorsi ca. 11 km.
FOTO      percorso: 
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/il-faro-di-luni-198679729 
8 MARZO 2025 -  LA 
COLLINA DEI TRE BORGHI: CASALE M.MO. GUARDISTALLO, MONTESCUDAIO
Dopo il 
rinvio della precedente settimana causa maltempo, questo sabato si è presentato 
rispettoso delle nostre aspettative, con sole, qualche nuvoletta ed una 
brezzetta freddina nelle prime ore del mattino. Al parcheggio di Casale 
Marittimo ci ritroviamo in tanti veramente e il “contarci” è diventato quasi un 
dibattito in quanto tra i vari contabili è stato stabilito che il numero esatto 
degli escursionisti era compreso tra i 47 e i 49.  
Iniziamo la camminata con la visita del borgo di Casale che avevamo già inserito 
in una precedente uscita, ma è sempre piacevole girare tra le curate stradine 
dove le case hanno il solito ordine architettonico e dove l’armonia e la cura 
abbracciano un paesaggio profondamente toscano.  Lasciato Casale 
prendiamo un sentierino che in breve ci riporta verso la provinciale dei tre 
comuni che percorriamo per 500 metri fino al bivio della costa collinare di 
Monteleo. Lo sterrato ci porta in un area molto panoramica dove spiccano piccoli 
casolari ristrutturati adibiti a residenza turistica. Dopo un tratto contornato 
da lecci che avvolgono completamente lo stradello, arriviamo a Guardistallo. 
Entriamo nel paese vecchio, dove spicca il selciato grigio disposto in lastre e 
superata la chiesa del Carmine, giungiamo nella piazzetta centrale che troviamo 
abbastanza affollata. Nei pressi sorge il palazzo comunale. Superato il portone 
sovradimensionato del teatro Marchionneschi, giungiamo alla chiesa dei Santi 
Lorenzo e Agata, dove si stanno allestendo i preparativi e i festeggiamenti di 
un matrimonio dai toni vagamente “gipsy”.   
Usciti dal paese, prendiamo uno sterrato che ci porta verso il 
lato della Valdicecina con ottimi panorami verso Volterra, il castello 
del Querceto e il borgo di Casaglia.    
Un grosso albero caduto di recente ci sbarra lo stradello ed impieghiamo alcuni 
minuti per far passare tutti i 47/49 escursionisti. Siamo vicini a Montescudaio 
che raggiungiamo salendo su di un ripido stradello in mezzo al bosco. Siamo nel 
borgo vecchio e notiamo i tanti disegni dei “volti senza sorriso” fatti sulle 
cassette di vari contatori dall’artista Roberto Tonelli nel periodo della 
pandemia…, purtroppo ancora oggi i 300 volti disegnati nel borgo non hanno 
ancora il sorriso.    
L’architettura del borgo è molto carina ed è sormontata dall’imponente 
piazzaforte dove sorge la chiesa di Santa Maria Assunta e la torre civica. 
Davanti al sagrato c’è un piazzale protetto da un boschetto di lecci ed è 
provvisto di numerose panchine che utilizziamo per la pausa pranzo. 
Dopo un caffè e un calice al Bar Lupo, riprendiamo il percorso scendendo verso 
il torrente Rio per poi risalire la bella collina di Buonriposo ricca di belle 
fioriture e di bei panorami.   
Riprendiamo la provinciale e superato Guardistallo ritorniamo al sentierino che 
precede Casale Marittimo terminando l’escursione. Anche oggi una bella compagnia 
per una giornata serena e piacevole (P.M.). Percorsi 12,5 km.
FOTO      percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/da-casale-marittimo-a-montescudaio-8-3-25-204206770       
video:
https://youtu.be/eAWts3OhGVI
30 MARZO 2025  -  BELFORTE E IL 
CASTELLO DI FALSINI
Cielo 
azzurro cobalto, bianchi sbuffi di cumuli sopra colline sfumate di verde vario e 
variegato, 
una cornice splendida per una domenica finalmente bella. Anche oggi siamo in un 
buon numero, infatti siamo in 40 e parcheggiamo con qualche manovra in più alla 
base del borgo di Belforte, in un discreto spiazzo sterrato. Visitiamo il borgo 
molto ben tenuto con molte pittoresche “rughe” e una elegante architettura 
diffusa e ordinata. Prima di lasciare il borgo, ammiriamo il panorama sull’alta 
Valdicecina, sulle Carline e sul Poggio di Montieri, il rilievo che raggiunge i 
1051 metri.  
Scendiamo su di una strada bianca per un paio di chilometri verso il torrente 
Fosce che raggiungiamo e attraversiamo su di un ponticello. Arriviamo nei pressi 
di un isolatissimo podere abitato da un “milanese” che si gode questo recesso in 
una bucolica solitudine…..!? Saliamo su sentiero in un bosco misto fino al retro 
dell’agriturismo Podere Poggiobianco, aggiriamo la rete che lo protegge 
raggiungendo l’elegante entrata principale. Ancora leggera salita fino al bivio 
che porta verso la zona del Castello di Falsini. Preso il bivio in falsopiano e 
superato un torrente che forma una bella cascatella a scivolo concrezionato, 
arriviamo a ridosso del grande prato che precede il castello.   
Superato il vecchio cancello che accede al viale cipressato, scattiamo numerose 
foto perchè il contesto è bello il cielo è azzurro e…., siamo solo noi.   
Finito il vialino cipressato, una piccola salita ci porta a ridosso del 
terrapieno del castello nei pressi di una chiesetta tra l’altro ben tenuta sia 
esternamente che al suo interno. Andiamo verso il castello e con circospezione 
entriamo dalla parte più moderna. La parte più vecchia della struttura versa in 
critiche condizioni, del resto segna la traccia dal 1100, ma ci sono manufatti e 
architetture ancora belle da vedere ed in più, un castello lascia sempre 
un’emozione.  
Riprendiamo il percorso per il rientro a Belforte sfruttando una stradina a 
bassissimo flusso veicolare. Camminando si nota il panorama sulla Valdicecina 
con tanto verde e piccoli borghi che orlano i crinali come Monteguidi, 
Montecastelli e chiaramente Radicondoli, il borgo Comune più grande della zona. 
Raggiunto il bivio in località Mulini, percorriamo 400 metri di provinciale per 
poi prendere un sentiero che in salita ci porta verso il Podere Colletalli. 
Ancora un po' di saliscendi fino ad arrivare al piccolo cimitero di Belforte che 
precede il parcheggio dove riprendiamo le auto per il rientro. Bella giornata e 
come al solito un bel gruppo. Un grazie a Michela che ha condotto l’uscita e che 
la mattina ci ha trovato il parcheggio, perché quello da noi preventivato era 
chiuso per lavori di manutenzione. (P.M.) Percorsi circa 10 km.
FOTO     percorso: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/belforte-e-castel-falsini-207058013   
Video di Sergio:  https://youtu.be/Ch4rv3zC8po
4 MAGGIO 2025  -   POGGIO 
BONIZIO  (trenotrekking)
Con 
previsioni meteo “ballerine” ma con tanta voglia di muoverci ci ritroviamo alla 
stazione F.S. di  Poggibonsi in 29 
escursionisti più Mora, dolcissima cagnolona di discreta stazza, 23 arrivati con 
il treno da Pontedera e 6 arrivati in auto.  
Partiamo alla volta dell’argine sinistro orografico del torrente Staggia che 
attraversa Poggibonsi, percorrendo prati di golena tagliati di recente, mentre 
sulla sponda opposta è tracciata una ciclo pedonabile. C’è vento da sud, tutto 
sommato gradevole che mitiga i raggi di un sole che comincia a incidere. 
Superato un ponte percorriamo un’ansa del torrente adibita a parco tra pioppi 
neri e salici. Arriviamo al Castello della Magione mentre è in corso la messa 
che segue l’antico  rito 
“tridentino”, quindi attendiamo la fine curiosando nell’esterno del castello tra 
l’altro ben curato e pulito. Finita la funzione ci viene incontro un signore 
(che si rivelerà la persona con la quale avevo avuto il contatto per la visita 
alla struttura) vestito con un grande saio bianco con croce maltese rossa. Tolto 
il saio il signore, che tanti chiamano maestro, appare un normalissimo uomo di 
mezza età in giacca e cravatta con modi garbati ed erudita eloquenza. Ci 
racconta chi è la “Milizia del Tempio”, cioè quel gruppo di fedeli che pur 
essendo nella nostra epoca, si raccordano ad una pratica 
etica, morale e di salvaguardia dei valori cattolici, tipica dei 
Cavalieri di Malta. Ci fa visitare la struttura, un tempo adibita a “ospitale” 
costituita da grandi stanzoni, da una piccola foresteria e dalla 
bellissima chiesa di San Giovanni in Jerusalem. Ringraziamo e salutiamo il 
“maestro” che ci ha regalato uno spaccato di una realtà ai più sconosciuta ma 
estremamente interessante.  
Ci dirigiamo verso il Santuario di Santa Maria al Romituzzo ed arrivandovi 
scopriamo che c è una festa mariana e c’è talmente tanta gente che entrare 
dentro il santuario è un’impresa. Riusciamo comunque ad entrare per vedere i 
bizzarri ex voto costituiti da parti anatomiche umane, chiaramente riprodotte in 
cartapesta, che sono sistemati in buon ordine sulle pareti e sul soffitto della 
chiesa.   
Ci dirigiamo adesso verso la fortezza di Poggio Imperiale utilizzando un 
sentiero che sale verso un bosco diventando sempre più ripido finchè non spiana 
a ridosso delle mura della fortezza. Percorriamo adesso gran parte del suo 
perimetro aggirando i vari baluardi, trovando a quello di nord-est una angusta e 
buia breccia d’accesso dove alcuni del gruppo entrano per un’ispezione alla luce 
delle torce dei cellulari. Una grata chiusa impedisce l’accesso alla parte 
superiore della fortezza per cui il manipolo di esploratori torna indietro con 
le pive nel sacco. Arriviamo all’entrata principale della fortezza dove una 
lunga galleria ci porta nel bellissimo prato sommitale molto panoramico dove 
campeggiamo varie installazioni artistiche. Ci sono panchine, tavolini e sedie 
per cui ne approfittiamo per mangiare comodamente in una pace assoluta. Fatta la 
foto di gruppo ripartiamo alla volta  
dell’archeodromo di Poggio Bonizio dove sono ricostruite con gli stessi 
materiali le abitazioni dell’anno intorno al 1000 d.c. Percorriamo ancora i 
verdissimi prati del Poggio scendendo verso la porta di uscita di questa grande 
opera incompiuta voluta dai Medici di Firenze. Scendiamo alla Fonte delle Fate 
che ha una fotocellula che quando ci avviciniamo fa partire una musica ambient 
che crea un’atmosfera quasi metafisica. All’interno della grande fonte si 
trovano numerose installazioni artistiche, mentre una pioggia di capelvenere 
ricopre la parte a monte della fonte. Risaliamo adesso verso il Convento di San 
Lucchese che raggiungiamo mentre il cielo si fa scuro scuro. All’interno tante 
opere di valore e degli affreschi del 1300 rendono importante questa chiesa. 
Usciamo dalla chiesa sotto una pioggerella ambigua che potrebbe rivelarsi 
peggiore per cui ci prepariamo con kw e mantelle. Ma poco dopo la pioggia lascia 
spazio a qualche raggio di sole che tra l’altro illumina l’elegante profilo del 
Castello di Badia. Raggiunto il castello percorriamo il periplo delle mura 
incontrando anche una mamma cinghiale con i suoi piccoli. Scendiamo sullo 
sterrato che porta al cancello principale del castello sorretto da due guardiole 
di controllo, oltrepassate le quali si entra nella Poggibonsi moderna. Passiamo 
dal centro storico per una visita anche alla Collegiata di Santa Maria Assunta 
e alla chiesa di San Lorenzo che però troviamo chiuse perché aperte di 
mattina, per cui scattiamo solo delle foto esterne. La stazione è li vicina per 
cui salutiamo gli automuniti e andiamo a prendere il treno per Pontedera.  
Un’altra bella giornata, con un bel gruppo su di un percorso che ci ha veramente 
soddisfatti. (P.M.)
FOTO      percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/poggio-bonizio-trenotrekking-198897495     
video:  
https://youtu.be/Di4mr3wlKbs
18 MAGGIO 2025  -  
IL MONTE PIGLIONE 
 Oggi è mancata solo la neve... non ci siamo fatti mancare niente: 
nuvole, pioggia, vento, nebbia e... sole. Siamo in 25 e lasciamo le auto a Foce 
di Sella. In realtà dobbiamo andare a Groppa che si trova 2 km. più su; il 
timore di non trovare abbastanza posto per le auto ci ha fatto decidere di 
parcheggiare lì. Col senno di poi abbiamo visto che c'era spazio anche lungo la 
strada. Comunque quanto meno i 2 km di leggera salita ci hanno fato "rompere il 
fiato". Il tempo è freschino con molte nubi ma al momento non piove. Giunti a 
Groppa prendiamo il sentiero 103 che, dopo una breve salita, digrada dolcemente 
scorrendo lungo il versante nord est del Piglione. Camminiamo in mezzo ad una 
vegetazione rigogliosa, dato il periodo primaverile. Grandi faggi ci 
accompagnano fino al punto in cui il bosco finisce. Qui inizia a piovere, siamo 
costretti ad aprire gli ombrelli e le mantelle. Il cielo è cupo, ma siamo 
fiduciosi che si tratta di un acquazzone primaverile. Preferiamo comunque stare 
al riparo dei faggi in attesa. Dopo circa 15 minuti la pioggia cessa e 
riprendiamo il cammino, stavolta sul versante sud-ovest del Piglione. Purtroppo 
si vede ben poco, data la persistenza della nebbia o meglio, dei nuvoli bassi. 
Vediamo alcune giunchiglie (non così tante come sul M. Croce) e numerose 
orchidee.  Dopo aver lasciato il sentiero 103 troviamo  un vasto 
tappezzamento di asfodeli che ci fa soffermare per le foto.  Ripartiamo per 
pendio erboso giungendo infine alla sella del Piglione. La nebbia ci perseguita 
e non si vede praticamente quasi niente. Inoltre  a tratti soffia anche un 
vento fastidioso. La salita finale è breve e, giunti in vetta, m. 1223, ci 
fermiamo per il pranzo perché sono già le ore 13. Altri escursionisti si trovano 
già sul posto ma il nostro è il gruppo più numeroso. Infine, la gradita 
sorpresa: pian piano il cielo si apre, spunta anche un po' di sole e l'immenso 
panorama che si gode si apre davanti a noi. Ce lo siamo veramente meritato, dopo 
il tempaccio... La vista spazia dai Monti Pisani, al lago di Massaciuccoli, al 
M. Prana, al mare e al M. Croce con la Pania dietro. Davvero un grande 
spettacolo con grande soddisfazione di tutti. Dopo la foto di gruppo ritorniamo 
alla Sella, quindi al M. Piglione Sud e da lì tutta discesa verso Groppa e le 
auto. Percorsi circa 11,5 km.
FOTO          percorso:https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/anello-del-piglione-dal-passo-sella-213199600       
video: 
https://youtu.be/q7G9EoqddyM
1 GIUGNO 2025  -  DAL SERRAGLIO A LA 
VILLA (Bagni di Lucca)
Non ci sono 
più dubbi, ormai siamo in fase estiva e alleggerire gli zaini da mantelle, kw e 
ombrellini diventa un obbligo, il tutto controbilanciato da una temperatura 
calda ma ancora ampiamente tollerabile. Nel piazzale dove abbiamo destinato il 
nostro parcheggio ci ritroviamo puntuali, siamo in 34 ed iniziamo subito il 
percorso. Superiamo l’abbandonata Villa Fiori posta lungo le rive della Lima. 
Una torretta attigua alla villa precede la passerella pedonale che attraversa il 
fiume e che ci porta alla fontana della Cova, antica fonte di acqua termale 
calda. Molti di noi bevono un sorso in quanto il gesto, si dice, sia foriero di 
buoni auspici. Visitiamo il vicino Casinò, soltanto all’esterno perché chiuso, 
apprezzando i fregi e i decori della facciata. In leggera salita raggiungiamo 
l’antico ospedale dei poveri, costruito dai nobili russi Demidoff e oggi centro 
di medicina olistica. Attiguo alla struttura, un vecchio ponte in pietra 
fregiato da incisioni su marmo bianco, ci porta alla Cappella Demidoff, piccolo 
Pantheon immerso in una natura lussureggiante. Un rigoglioso banano sembra aver 
trovato qui la sua buona patria e fa da gendarme al sagrato della cappella.   
Saliamo nel bosco su di un sentiero selciato con pietre di fiume, largo e ben 
curato. Incrociamo una strada nei pressi dei Bagni Bernabò, ancora funzionanti, 
dove ci accolgono delle dipendenti che ci invitano a visitare gli interni, anche 
la vasca preferita da Paolina Buonaparte.   
Saliamo ancora sul selciato in pietra fino ad arrivare a Bagni Caldi, il vero e 
antico borgo termale. Attraversiamo la “porta dello spiffero” entrando nella 
doppia realtà fatta di poche e antiche case ristrutturate e l’abbandono totale 
delle strutture termali. Saliamo verso la chiesa di San Martino 
alla quale è addossata sulla stretta stradina che la divide da un grande 
e malandato palazzo, che altro non era che l’ex Grande Albergo Le Terme. Qui in 
questo palazzo, nel 1942, furono internati dai nazifascisti 99 cittadini ebrei 
abitanti in zona per essere poi essere trasferiti ad Aushwitz, dove soltanto 5 
sopravvissero.  
Ancora leggera salita nel bosco verso il piccolo nucleo di Colle, preceduto 
dalla sua graziosa chiesetta con porticato. Superato il borgo un bel sentiero 
con corrimano in legno, ci accompagna alla Chiesetta degli Alpini che suona nel 
frattempo i rintocchi delle 12. Ci sono delle panche, un bel prato, sole ed 
ombra per chi vuol scegliere, per cui decidiamo di fermarci per la sosta pranzo. 
Ripartiamo verso la Villa (in verità è la moderna Bagni di Lucca) e percorriamo 
un bellissimo sentiero in discesa contornato da secolari platani e parapetti a 
secco, fino ad arrivare nella zona delle ville.  
Arriviamo a Villa Webb Buonvisi, grande palazzo del 1600 adibito a museo, con 
bellissimo prato, acqua corrente e panche in pietra. Dato che siamo in anticipo 
rispetto all’ora dell’appuntamento, decidiamo di raggiungere il cimitero degli 
inglesi, posto oltre Lima.   
Fa un po' caldo e il luogo gradevole per cui alcuni decidono di riposarsi nel 
prato della villa,  Superata la 
Chiesa Anglicana, la piazza del Teatro e la passerella sulla Lima, arriviamo nel 
piccolo cimitero dove troviamo un ambiente pulito, decoroso, con tanto verde e 
tracce di storia di inglesi che nell’ottocento hanno deciso la loro ultima 
terra.  
In breve torniamo a Villa Webb dove incontriamo Virgilio il nostro narratore (nomen 
omen) all’interno della villa. Entrati troviamo un clima veramente fresco che ci 
fa prendere dagli zaini giubbetti e magliette. La narrazione di Virgilio è 
particolareggiata sulla sala d’armi, sulla cucina, nella “stanza 
dell’impossibile” ma quella che ci colpisce di più e la grande stanza dove sono 
organizzati gli antichi giochi da casinò. Tra lestofanti, biscazzieri e croupier 
viene tracciata da Virgilio una sorta di linea temporale su gioco e l’azzardo, 
regalandoci uno spaccato storico sull’aspetto ludico-sociale di questa realtà.  
È l’ora di rientrare, usciamo dalla Villa scendendo i gradoni verso la piazza 
del Teatro prendendo la direzione verso Ponte al Serraglio, sfruttando il grande 
marciapiede parallelo alla strada ed alla Lima. Arrivati al Ponte, attraversiamo 
il ponte sulla Lima, dove troviamo l’iconico palazzo che altro non era che 
l’Hotel De Russie. Siamo a pochi metri dalle auto…, è stata un’altra bella 
escursione e come sempre con un’ottima compagnia. *p.s.  
Cinzia e Massimiliano, che si sono trattenuti a villa Webb e che sono tornati da 
soli alle auto passando nuovamente davanti il casinò, lo hanno trovato aperto e 
sono entrati potendo visitare gli ambienti (P.M.)
FOTO    percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/dal-serraglio-a-la-villa-75266347        
video : 
https://youtu.be/STrww01Qt1I
14  SETTEMBRE  
2025   -  IL SASSO DI CIREGLIO
Prima 
uscita post estiva preventivata in un luogo fresco e ombreggiato, con poco 
dislivello per un impegno fisico leggero. Purtroppo di sole ne abbiamo visto 
pochino ed abbiamo avuto nebbia che ci ha accompagnato fin sulla vetta del 
Sasso.   
Al parcheggio delle Piastre ci ritroviamo in 14 più la cagnolona Mora sempre 
pronta a regalare baci e carezze. Sistemati armi e bagagli, partiamo dirigendoci 
verso iL centro delle Piastre, superando la storica F onte Campari che sembra 
essere stata recentemente investita da un’auto. Seguiamo il sent. 0-0 che dal 
borgo sale verso il crinale in una nebbia fitta e umida con 18 gradi 
di temperatura. Superati alcuni bivi giungiamo a quello che indica la 
chiesetta isolata e la fonte di San Bernardino che, anche se non in preventivo 
di percorso, decidiamo di raggiungere. Tornati indietro saliamo nel bosco fino a 
raggiungere lo spazio aperto e molto roccioso del Sasso di Cireglio, dal quale 
si gode un vasto panorama su gran parte della Toscana fino alla Corsica, ma non 
oggi che al massimo vediamo a 20/30 metri. Piccola pausa e poi discesa verso il 
vallone dell’Erba Minuta in un bellissimo bosco di faggi.   
Siamo in prossimità del Reno che qui è un placido torrente montano che accarezza 
le stratificazioni rocciose.    
Camminiamo in un sentiero verde con una corolla fitta di alberi che non riescono 
a trattenere le gocce di pioggia. Infatti piove, per cui indossiamo mantelle e 
apriamo ombrellini ma fortunatamente dura poco. Un bellissimo guado fatte di 
rocce addomesticate ci introduce all’area della vecchia ghiacciaia della 
Madonnina dove da metà settecento alla metà del secolo scorso si produceva 
ghiaccio invernale che veniva trattato e immagazzinato e mantenuto per i vari 
usi. Un laghetto, briglie e chiuse raccontano ancora oggi un epopea che per 
duecento anni ha arricchito questa perduta area appenninica. Risaliamo il Reno 
lungo un bel sentiero con vari ponticelli pedonali fino poi a sbucare sulla 
strada per Prunetta. Un breve tratto asfaltato ha preceduto un discreto strappo 
che ci ha permesso di aggirare il Poggio Erbura e con una dissestata discesa, 
siamo arrivati alle Piastre, dove abbiamo attraversato il nucleo più antico. 
Come sempre una bella compagnia ha arricchito questo facile percorso di 12 km 
(P.M.)
FOTO      percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/sasso-di-cireglio-230866153
12 OTTOBRE 2025  -  L'ACQUEDOTTO STORICO 
DI GENOVA
Abbiamo 
rinviato questa uscita con il pullman due volte causa una primavera ricca di 
bombe d’acqua e allerte meteo, ma finalmente questi giorni di ottobre ci hanno 
regalato una giornata splendida che ha soddisfatto il nostro credito.   
Partiamo alle sette precise, con i complimenti di Bruno, il nostro autista che 
ormai richiediamo tutte le volte che andiamo con il pullman. Entriamo a Genova 
nella val Bisagno e ci dirigiamo verso Molassana, borgo da dove inizia il nostro 
percorso. Prendiamo la “creuza” Cotella che in salita ci porta verso l’antico 
acquedotto in corrispondenza della Casina dei Filtri, da dove inizia il Ponte 
Sifone sul Geirato che è il torrente che il ponte attraversa. Scendiamo in fila 
indiana nello stretto ponte affiancando il vecchio condotto in ghisa del 1700. 
La discesa non è facile in quanto il vecchio cotto dell’impiantito è ricoperto 
di muschio e si scivola più che volentieri. Un cavo continuo d’acciaio ci 
consente un equilibrio che resta comunque precario. Dopo la discesa, un breve 
tratto pari precede la risalita del sifone che tutto sommato non presenta alcun 
problema. Intercettato l’acquedotto iniziamo il percorso vero e proprio. 
Superiamo tratti abitati sfiorando case e giardini ma in breve entriamo in un 
fitto bosco mediterraneo calcando le grandi lastre che ricoprono il fossetto 
dove un tempo scorreva l’acqua. Arriviamo nella zona dei Molini di Trensasco 
dove notiamo i lavori di ripristino fatti per eliminare una grande frana. 
Superato un breve tratto stradale, rientriamo sul selciato della condotta 
entrando nella Val Cicala, vero tratto selvaggio nel quale spicca sull’alta 
testata il Forte Diamante. Piccole aree di sosta con tavoli e panche rendono 
ancor più bello il percorso, tra l’altro curato da numerosi volontari. Decidiamo 
di mangiare al Ponte sul Rio Cicala dove, con una piccola deviazione, 
raggiungiamo il luogo dei “laghetti del Cicala”. Nonostante le ultime scarse 
precipitazioni, ci sono numerose pozze di acqua cristallina tra l’altro ricche 
di pesci. Nonostante le case di Genova siano vicinissime, sembra di stare in una 
valle apuana isolata e severa. Ripreso il cammino lungo l’acquedotto, superiamo 
numerosi ponti attraversando boschetti, campi coltivati e piccole aree dove 
sostare e riposarsi.  
Siamo ormai a Staglieno e lo capiamo quando a ridosso della chiesa di San 
Bartolomeo, incontriamo l’alto muro del cimitero monumentale che seguiamo fino 
alla Ca’ dei Mussi (casina dei filtri). Entriamo dentro il manufatto uscendo sul 
retro dove sorge un piazzale dal quale si ha una fantastica visione del 
lunghissimo Ponte Sifone sul Veilino che attraversa tutta la vallata sopra il 
cimitero monumentale. Solo le immagini rendono la forza di quel che si scrive e 
percorrere la discesa e poi fare la risalita diventa una vera prova.  
Arriviamo alla fine della risalita frazionati, sudati, qualcuno quasi esausto.  
Ci riposiamo un attimo, beviamo e mangiamo qualcosa dopodichè entriamo in un 
tunnel illuminato che ci porta ad un bivio in un bosco. A dritto si va per 
Genova città a sinistra per la creuza di San Pantaleo. Prendiamo quest’ultima 
che in ripidissima discesa su antico impiantito, ci porta direttamente 
all’entrata del Cimitero Monumentale di Staglieno. Entriamo alla spicciolata in 
silenzio rispettoso notando subito la grandiosità del contesto, la sua 
spiritualità e assaporando le suggestioni che normalmente si creano. Cerchiamo 
alcune delle opere più importanti, quelle più famose, quelle che hanno fatto 
storia. La tomba  Appiani, quella che 
ha ispirato la copertina dell’album dei Joe Division, gruppo post punk, la tomba 
Delmas, la più malinconica, la tomba Campodonico (la signora che vendeva le 
noccioline), l’Angelo di Monteverde sulla tomba Oneto, figura bellissima di 
angelo dal sesso ambiguo. Abbiamo visitato altre tombe e cercato altre opere fin 
quando l’orario ce lo ha consentito, poi alle 16.30 è iniziata la fuoriuscita 
delle persone in quanto alle 17 in punto il cimitero chiude i battenti.  
Puntualissimi andiamo incontro a Bruno che con il pullman è venuto nel punto 
convenzionato. È stata una giornata bella, intensa ed ogni cosa è andata nel 
verso che volevamo, cioè quello giusto. Un applauso a tutto il gruppo, puntuale, 
pronto e disciplinato. (P.M.)
FOTO      percorso  :  
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/lantico-acquedotto-di-genova-rt2025-234784213   
video: ttps://youtu.be/yCQXw3ejUAE
26 OTTOBRE 2025 - DA SAN TERENZO (LERICI) A 
PUNTA SANTA TERESA
Dopo una 
settimana dal meteo bruttino, si è aperto uno spiraglio di variabilità per il 
fine settimana e noi ne abbiamo approfittato tornando in Liguria dopo appena due 
settimane. Al grande parcheggio della Vallata, posto tra Lerici e San Terenzo, 
ci ritroviamo in tanti infatti siamo in 40. Prendiamo proprio sopra la galleria 
attigua al parcheggio, uno stradello che in breve diventa sentiero prendendo 
quota. Intercettiamo una creuza che in breve ci porta nel borgo di Pugliola, 
grazioso, con palazzi color pastello e con bella vista verso il Tino e la 
Palmaria. La creuza continua in discesa verso Villa Rezzola per poi prendere la 
Via militare verso Solaro, piccolo agglomerato dal quale si gode un bel 
panorama. Un’altra creuza lastricata in mattoncini rossi in discreta discesa, ci 
porta verso la zona chiamata Pian degli olivi dove incrociamo una strada. La 
creuza adesso scende tra alti muri a secco in un contesto agreste punteggiato da 
cipressi e ulivi. Siamo a San Terenzo ed entriamo in Piazza Brusacà, piazza 
elegante posta tra il Castello sovrastante ed il mare. Arriviamo fino al retro 
costiero del castello dove sorge la baia di Marinella, dove notiamo alcune 
persone che fanno il bagno. Torniamo in Piazza Brusacà per prendere la Salita 
Falconara. Saliamo ripidi tra le case incontrando poi la macchia mediterranea, 
dove gli scalini in granito diventano scaloni. Siamo in cima alla Falconara, 
ampio altopiano dove un tempo esisteva una polveriera e dove oggi sorge un 
impianto sportivo. Andiamo avanti per poi prendere sulla sinistra un sentiero 
molto ripido che in discesa attraversa una fitta lecceta facendoci approdare 
alla sabbia della Baia Blù.  
Qui sostiamo volentieri, un po' perché abbiamo fame e un po' perché davanti al 
mare i pensieri perdono il loro peso.   
Ripartiamo percorrendo la Baia Blù fino ad un piccolo stabilimento dove, tramite 
un cancellino ed una scaletta, attingiamo ad un sentiero lastricato che con due 
risvolte in salita, ci porta verso Punta Santa Teresa. Scendiamo verso la Punta 
fino al porticciolo che precede il vecchio fanale posto davanti alla grande diga 
foranea che protegge il porto di La Spezia.  
Torniamo indietro lungo la strada verso Pozzuolo dove incontriamo la scalinata 
di Bagnara che prendiamo in discesa incrociando due volte la strada. Siamo in 
piano e a ridosso di San Terenzo. Giunti in Piazza ci concediamo una sosta per 
un caffè e un gelato e un po' di riposo. Ripartiamo percorrendo la bella 
Passeggiata Don Attilio Castiglione che attraversa la Baia di San Terenzo, 
supera la Punta Marigola e risale con una pedonale verso il parcheggio della 
Vallata, chiudendo l’anello. Gran bel giro, vario, in un clima ideale e con il 
solito ottimo gruppo di persone. (P.M.). CA. 12 km.
FOTO    percorso:  
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/lerici-punta-santa-teresa-237098139