
DIARIO ESCURSIONI 2025
11 GENNAIO 2025 - ANELLO DEL
MULINO DEL ROGLIO (FORCOLI)
Dopo la
pioggia della sera precedente, la mattina si presenta coperta con qualche grado
in meno di temperatura e con la previsione di entrata di venti da nord est.
Ci ritroviamo al parcheggio del circolo la Nuova Primavera ed anche oggi siamo
in tanti, infatti siamo in 34 con alcuni nuovi arrivi. Partiamo alla volta della
Via dell’Impietrato scaldando i muscoli sull’erta che conduce al castello e alla
chiesa di San Frediano.
Riparati dal vento, che intanto aveva iniziato a garrire, ci godiamo per qualche
attimo il panorama che si apre dal piazzale della chiesa verso ovest. Scendiamo
per sterrata e sentiero verso il piano della Tosola attraversandola e prendendo
un bel viale sterrato contornato da platani. Voltiamo quasi subito a destra
iniziando la salita nel bosco in direzione della collina di Larino. Anche qui
bel panorama dal sommo della collina. Scendiamo nuovamente alla volta di Villa
Larino, contornato da una bella oliveta e accompagnati da uno sterrato dal fondo
ottimamente tenuto. Però poco dopo la villa, lo sterrato va in discesa
diventando sentiero vero e proprio con alcuni tratti anche malagevoli. Nei
pressi del cimitero di Alica il sentiero migliora e raggiungiamo la parte alta
del borgo dove, in prossimità della chiesa, facciamo un piccolo spuntino. Ripreso
il sentiero alla fine del borgo, saliamo nuovamente alla volta della localtà del
Crocione. Qui alcuni tratti fangosi vengono evitati camminando nell’erba della
chiudenda. Da rilevare l'incontro in lontananza con due daini, di cui uno con il
corpo quasi del tutto bianco, una rarità.. Arriviamo alla strada per Palaia
dirigendoci verso Villa Saletta e superato il famoso bar Giannini (famoso per i
ponci), entriamo nel borgo dall’unico lato accessibile dato che l’intero borgo è
in ristrutturazione.
Facciamo pausa pranzo nei pressi della chiesa dei SS. Pietro e Michele e mentre
mangiamo sentiamo i primi morsi di freddo, quindi ci affrettiamo anche per la
foto di gruppo, riprendendo poi il cammino.
Preso uno stradello, superiamo le vecchie colonne che facevano accedere
anticamente al borgo, nei pressi delle quali troviamo i ruderi della casa del
guardiano di questo accesso. Scendiamo in un bell’ambiente con panorami e colori
veramente belli. Superiamo gli eleganti ruderi del Mulinaccio nei pressi dei
quali sorge una gigantesca quercia. Abbiamo adesso riconquistato il piano e
andiamo decisi verso il molino del Roglio, attraversando la strada provinciale
delle colline. Del molino e del minuscolo borgo che sorgeva intorno restano le
case abbandonate ma le storie di vita di questa realtà vengono rievocate da
Sergio che da piccolo vi ha conosciuto i volti e le persone. Superata anche la
vecchia tabaccaia, attraversiamo il piccolo ponte di mattoni che supera il
Roglio, con annessa casina del gabelliere.
Percorriamo la piana del Roglio, sparsa di casolari, sfruttando stradelli e
tratti di sentiero e cercando di evitare il fango. Ci avviciniamo sempre di più
alla strada della Fila dove in breve la raggiungiamo per poi saltare sulla
parallela via ciclabile che in breve ci condurrà verso il ponte sulla strada
Capannoli- Forcoli e quindi alle auto. Bel giro vicino casa ed ottima compagnia.
(P.M.) Percorsi quasi 15 km
FOTO video: https://youtu.be/XUR9DNtZAjQ
percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/anello-del-molino-del-roglio-195555223
16 FEBBRAIO 2025 - LUNI, IL FARO E LA
ZONA ARCHEOLOGICA
Finalmente
dopo alcune domeniche piovose, una bella giornata, fredda e senza vento…,
proprio quello che volevamo.
Arriviamo tutti nel luogo dell’appuntamento posto tra la foce del Magra e
Marinella di Sarzana, ci parcheggiamo apprestandoci ad iniziare l’escursione.
Siamo in 38, qualcuno dice 39, comunque sempre un bel numero. Attraversata la
litoranea, entriamo in un boschetto di lecci e prendiamo il sentiero che ci
porta in breve in un luogo apparentemente strano, forse fuori luogo ma
decisamente importante. Qui è posta la statua in marmo dedicata a Carlo
Fabbricotti, imprenditore di fine 800 che qui costituì la Tenuta Agricola di
Marinella e qui costruì un villaggio per le proprie maestranze. La tenuta è
arrivata fino ai giorni nostri con alterne vicende e ad oggi sappiamo che è
gestita da una banca solo a titolo di fine vita. Davanti alla statua di marmo
bianco sorge il cimitero di Marinella e la cappella di famiglia Fabbricotti.
Attraversiamo quel che resta del villaggio agricolo dove notiamo la latteria, il
centro direzionale, la Chiesa e purtroppo lo stato di degrado di molte
strutture. Siamo ora in piena tenuta dove notiamo i cascinali abbandonati, i
piccoli viali con filari di pini, alcune piccole aree paludose dove cresce del
canniccio, sullo sfondo le Apuane innevate. Arriviamo al Faro di Luni, oggi
ponte ciclo pedonale che scavalca l’autostrada A12, sormontato da uno stilizzato
faro in ferro che lo rappresenta nella posizione dove quasi sicuramente sorgeva
secoli fa. Percorriamo uno stradello che fiancheggia un torrente arrivando fino
all’entrata del parco-museo archeologico.
Fatti i biglietti entriamo all’interno del parco di Luni Antica e al Foro ci
dividiamo prendendo varie direzioni di visita che portano a delle insorgenze
architettoniche, alcune veramente notevoli (Domus affreschi, Tempio Capitolino,
Epigrafi, Teatro, Mosaici). Fatta la pausa pranzo chi con il classico panino,
chi con un piatto di pasta ed un calice di Colli di Luni, ci dirigiamo verso
l’Anfiteatro che raggiungiamo proprio nel momento in cui vi giunge un piccolo
gregge di pecore nere massesi. Aspettando l’apertura dell’anfiteatro, scattiamo
numerose foto a questo gregge costituito quasi interamente da femmine, quasi
tutte pregne, come ci ha detto la pastora. Fatta la visita all’anfiteatro,
torniamo verso il Faro di Luni, transitando dalla vestigia di quel che resta di
un grande mausoleo, anch’esso di epoca romana.
Giunti nuovamente al Faro, prendiamo una deviazione che in breve ci conduce ad
un terrapieno dove il tracciato pedonale entra in una sorta galleria dove ci
accoglie una realtà multimediale che con immagini a tutta parete e musica
diffusa, ci ricordano tutto quel che poche ore prima avevamo visto a Luni
Antica, una vera “chicca”.
Mentre facciamo il percorso di rientro incrociamo una moltitudine di persone che
con bici, passeggini, cani al guinzaglio, riempiono sentieri e vialini e ci
sorprendiamo della cosa perché effettivamente trovare tanta gente a passeggio in
piena campagna non è una cosa ordinaria, ma è comunque piacevole.
In breve arriviamo alle auto e sulla spiaggia vediamo tantissima gente che si
gode le ultime luci di questa bella giornata. Giusto…, è stata veramente una
bella giornata. (P.M.). Percorsi ca. 11 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/il-faro-di-luni-198679729
8 MARZO 2025 - LA
COLLINA DEI TRE BORGHI: CASALE M.MO. GUARDISTALLO, MONTESCUDAIO
Dopo il
rinvio della precedente settimana causa maltempo, questo sabato si è presentato
rispettoso delle nostre aspettative, con sole, qualche nuvoletta ed una
brezzetta freddina nelle prime ore del mattino. Al parcheggio di Casale
Marittimo ci ritroviamo in tanti veramente e il “contarci” è diventato quasi un
dibattito in quanto tra i vari contabili è stato stabilito che il numero esatto
degli escursionisti era compreso tra i 47 e i 49.
Iniziamo la camminata con la visita del borgo di Casale che avevamo già inserito
in una precedente uscita, ma è sempre piacevole girare tra le curate stradine
dove le case hanno il solito ordine architettonico e dove l’armonia e la cura
abbracciano un paesaggio profondamente toscano. Lasciato Casale
prendiamo un sentierino che in breve ci riporta verso la provinciale dei tre
comuni che percorriamo per 500 metri fino al bivio della costa collinare di
Monteleo. Lo sterrato ci porta in un area molto panoramica dove spiccano piccoli
casolari ristrutturati adibiti a residenza turistica. Dopo un tratto contornato
da lecci che avvolgono completamente lo stradello, arriviamo a Guardistallo.
Entriamo nel paese vecchio, dove spicca il selciato grigio disposto in lastre e
superata la chiesa del Carmine, giungiamo nella piazzetta centrale che troviamo
abbastanza affollata. Nei pressi sorge il palazzo comunale. Superato il portone
sovradimensionato del teatro Marchionneschi, giungiamo alla chiesa dei Santi
Lorenzo e Agata, dove si stanno allestendo i preparativi e i festeggiamenti di
un matrimonio dai toni vagamente “gipsy”.
Usciti dal paese, prendiamo uno sterrato che ci porta verso il
lato della Valdicecina con ottimi panorami verso Volterra, il castello
del Querceto e il borgo di Casaglia.
Un grosso albero caduto di recente ci sbarra lo stradello ed impieghiamo alcuni
minuti per far passare tutti i 47/49 escursionisti. Siamo vicini a Montescudaio
che raggiungiamo salendo su di un ripido stradello in mezzo al bosco. Siamo nel
borgo vecchio e notiamo i tanti disegni dei “volti senza sorriso” fatti sulle
cassette di vari contatori dall’artista Roberto Tonelli nel periodo della
pandemia…, purtroppo ancora oggi i 300 volti disegnati nel borgo non hanno
ancora il sorriso.
L’architettura del borgo è molto carina ed è sormontata dall’imponente
piazzaforte dove sorge la chiesa di Santa Maria Assunta e la torre civica.
Davanti al sagrato c’è un piazzale protetto da un boschetto di lecci ed è
provvisto di numerose panchine che utilizziamo per la pausa pranzo.
Dopo un caffè e un calice al Bar Lupo, riprendiamo il percorso scendendo verso
il torrente Rio per poi risalire la bella collina di Buonriposo ricca di belle
fioriture e di bei panorami.
Riprendiamo la provinciale e superato Guardistallo ritorniamo al sentierino che
precede Casale Marittimo terminando l’escursione. Anche oggi una bella compagnia
per una giornata serena e piacevole (P.M.). Percorsi 12,5 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/da-casale-marittimo-a-montescudaio-8-3-25-204206770
video:
https://youtu.be/eAWts3OhGVI
30 MARZO 2025 - BELFORTE E IL
CASTELLO DI FALSINI
Cielo
azzurro cobalto, bianchi sbuffi di cumuli sopra colline sfumate di verde vario e
variegato,
una cornice splendida per una domenica finalmente bella. Anche oggi siamo in un
buon numero, infatti siamo in 40 e parcheggiamo con qualche manovra in più alla
base del borgo di Belforte, in un discreto spiazzo sterrato. Visitiamo il borgo
molto ben tenuto con molte pittoresche “rughe” e una elegante architettura
diffusa e ordinata. Prima di lasciare il borgo, ammiriamo il panorama sull’alta
Valdicecina, sulle Carline e sul Poggio di Montieri, il rilievo che raggiunge i
1051 metri.
Scendiamo su di una strada bianca per un paio di chilometri verso il torrente
Fosce che raggiungiamo e attraversiamo su di un ponticello. Arriviamo nei pressi
di un isolatissimo podere abitato da un “milanese” che si gode questo recesso in
una bucolica solitudine…..!? Saliamo su sentiero in un bosco misto fino al retro
dell’agriturismo Podere Poggiobianco, aggiriamo la rete che lo protegge
raggiungendo l’elegante entrata principale. Ancora leggera salita fino al bivio
che porta verso la zona del Castello di Falsini. Preso il bivio in falsopiano e
superato un torrente che forma una bella cascatella a scivolo concrezionato,
arriviamo a ridosso del grande prato che precede il castello.
Superato il vecchio cancello che accede al viale cipressato, scattiamo numerose
foto perchè il contesto è bello il cielo è azzurro e…., siamo solo noi.
Finito il vialino cipressato, una piccola salita ci porta a ridosso del
terrapieno del castello nei pressi di una chiesetta tra l’altro ben tenuta sia
esternamente che al suo interno. Andiamo verso il castello e con circospezione
entriamo dalla parte più moderna. La parte più vecchia della struttura versa in
critiche condizioni, del resto segna la traccia dal 1100, ma ci sono manufatti e
architetture ancora belle da vedere ed in più, un castello lascia sempre
un’emozione.
Riprendiamo il percorso per il rientro a Belforte sfruttando una stradina a
bassissimo flusso veicolare. Camminando si nota il panorama sulla Valdicecina
con tanto verde e piccoli borghi che orlano i crinali come Monteguidi,
Montecastelli e chiaramente Radicondoli, il borgo Comune più grande della zona.
Raggiunto il bivio in località Mulini, percorriamo 400 metri di provinciale per
poi prendere un sentiero che in salita ci porta verso il Podere Colletalli.
Ancora un po' di saliscendi fino ad arrivare al piccolo cimitero di Belforte che
precede il parcheggio dove riprendiamo le auto per il rientro. Bella giornata e
come al solito un bel gruppo. Un grazie a Michela che ha condotto l’uscita e che
la mattina ci ha trovato il parcheggio, perché quello da noi preventivato era
chiuso per lavori di manutenzione. (P.M.) Percorsi circa 10 km.
FOTO percorso: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/belforte-e-castel-falsini-207058013
Video di Sergio: https://youtu.be/Ch4rv3zC8po
4 MAGGIO 2025 - POGGIO
BONIZIO (trenotrekking)
Con
previsioni meteo “ballerine” ma con tanta voglia di muoverci ci ritroviamo alla
stazione F.S. di Poggibonsi in 29
escursionisti più Mora, dolcissima cagnolona di discreta stazza, 23 arrivati con
il treno da Pontedera e 6 arrivati in auto.
Partiamo alla volta dell’argine sinistro orografico del torrente Staggia che
attraversa Poggibonsi, percorrendo prati di golena tagliati di recente, mentre
sulla sponda opposta è tracciata una ciclo pedonabile. C’è vento da sud, tutto
sommato gradevole che mitiga i raggi di un sole che comincia a incidere.
Superato un ponte percorriamo un’ansa del torrente adibita a parco tra pioppi
neri e salici. Arriviamo al Castello della Magione mentre è in corso la messa
che segue l’antico rito
“tridentino”, quindi attendiamo la fine curiosando nell’esterno del castello tra
l’altro ben curato e pulito. Finita la funzione ci viene incontro un signore
(che si rivelerà la persona con la quale avevo avuto il contatto per la visita
alla struttura) vestito con un grande saio bianco con croce maltese rossa. Tolto
il saio il signore, che tanti chiamano maestro, appare un normalissimo uomo di
mezza età in giacca e cravatta con modi garbati ed erudita eloquenza. Ci
racconta chi è la “Milizia del Tempio”, cioè quel gruppo di fedeli che pur
essendo nella nostra epoca, si raccordano ad una pratica
etica, morale e di salvaguardia dei valori cattolici, tipica dei
Cavalieri di Malta. Ci fa visitare la struttura, un tempo adibita a “ospitale”
costituita da grandi stanzoni, da una piccola foresteria e dalla
bellissima chiesa di San Giovanni in Jerusalem. Ringraziamo e salutiamo il
“maestro” che ci ha regalato uno spaccato di una realtà ai più sconosciuta ma
estremamente interessante.
Ci dirigiamo verso il Santuario di Santa Maria al Romituzzo ed arrivandovi
scopriamo che c è una festa mariana e c’è talmente tanta gente che entrare
dentro il santuario è un’impresa. Riusciamo comunque ad entrare per vedere i
bizzarri ex voto costituiti da parti anatomiche umane, chiaramente riprodotte in
cartapesta, che sono sistemati in buon ordine sulle pareti e sul soffitto della
chiesa.
Ci dirigiamo adesso verso la fortezza di Poggio Imperiale utilizzando un
sentiero che sale verso un bosco diventando sempre più ripido finchè non spiana
a ridosso delle mura della fortezza. Percorriamo adesso gran parte del suo
perimetro aggirando i vari baluardi, trovando a quello di nord-est una angusta e
buia breccia d’accesso dove alcuni del gruppo entrano per un’ispezione alla luce
delle torce dei cellulari. Una grata chiusa impedisce l’accesso alla parte
superiore della fortezza per cui il manipolo di esploratori torna indietro con
le pive nel sacco. Arriviamo all’entrata principale della fortezza dove una
lunga galleria ci porta nel bellissimo prato sommitale molto panoramico dove
campeggiamo varie installazioni artistiche. Ci sono panchine, tavolini e sedie
per cui ne approfittiamo per mangiare comodamente in una pace assoluta. Fatta la
foto di gruppo ripartiamo alla volta
dell’archeodromo di Poggio Bonizio dove sono ricostruite con gli stessi
materiali le abitazioni dell’anno intorno al 1000 d.c. Percorriamo ancora i
verdissimi prati del Poggio scendendo verso la porta di uscita di questa grande
opera incompiuta voluta dai Medici di Firenze. Scendiamo alla Fonte delle Fate
che ha una fotocellula che quando ci avviciniamo fa partire una musica ambient
che crea un’atmosfera quasi metafisica. All’interno della grande fonte si
trovano numerose installazioni artistiche, mentre una pioggia di capelvenere
ricopre la parte a monte della fonte. Risaliamo adesso verso il Convento di San
Lucchese che raggiungiamo mentre il cielo si fa scuro scuro. All’interno tante
opere di valore e degli affreschi del 1300 rendono importante questa chiesa.
Usciamo dalla chiesa sotto una pioggerella ambigua che potrebbe rivelarsi
peggiore per cui ci prepariamo con kw e mantelle. Ma poco dopo la pioggia lascia
spazio a qualche raggio di sole che tra l’altro illumina l’elegante profilo del
Castello di Badia. Raggiunto il castello percorriamo il periplo delle mura
incontrando anche una mamma cinghiale con i suoi piccoli. Scendiamo sullo
sterrato che porta al cancello principale del castello sorretto da due guardiole
di controllo, oltrepassate le quali si entra nella Poggibonsi moderna. Passiamo
dal centro storico per una visita anche alla Collegiata di Santa Maria Assunta
e alla chiesa di San Lorenzo che però troviamo chiuse perché aperte di
mattina, per cui scattiamo solo delle foto esterne. La stazione è li vicina per
cui salutiamo gli automuniti e andiamo a prendere il treno per Pontedera.
Un’altra bella giornata, con un bel gruppo su di un percorso che ci ha veramente
soddisfatti. (P.M.)
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/poggio-bonizio-trenotrekking-198897495
video:
https://youtu.be/Di4mr3wlKbs
18 MAGGIO 2025 -
IL MONTE PIGLIONE
Oggi è mancata solo la neve... non ci siamo fatti mancare niente:
nuvole, pioggia, vento, nebbia e... sole. Siamo in 25 e lasciamo le auto a Foce
di Sella. In realtà dobbiamo andare a Groppa che si trova 2 km. più su; il
timore di non trovare abbastanza posto per le auto ci ha fatto decidere di
parcheggiare lì. Col senno di poi abbiamo visto che c'era spazio anche lungo la
strada. Comunque quanto meno i 2 km di leggera salita ci hanno fato "rompere il
fiato". Il tempo è freschino con molte nubi ma al momento non piove. Giunti a
Groppa prendiamo il sentiero 103 che, dopo una breve salita, digrada dolcemente
scorrendo lungo il versante nord est del Piglione. Camminiamo in mezzo ad una
vegetazione rigogliosa, dato il periodo primaverile. Grandi faggi ci
accompagnano fino al punto in cui il bosco finisce. Qui inizia a piovere, siamo
costretti ad aprire gli ombrelli e le mantelle. Il cielo è cupo, ma siamo
fiduciosi che si tratta di un acquazzone primaverile. Preferiamo comunque stare
al riparo dei faggi in attesa. Dopo circa 15 minuti la pioggia cessa e
riprendiamo il cammino, stavolta sul versante sud-ovest del Piglione. Purtroppo
si vede ben poco, data la persistenza della nebbia o meglio, dei nuvoli bassi.
Vediamo alcune giunchiglie (non così tante come sul M. Croce) e numerose
orchidee. Dopo aver lasciato il sentiero 103 troviamo un vasto
tappezzamento di asfodeli che ci fa soffermare per le foto. Ripartiamo per
pendio erboso giungendo infine alla sella del Piglione. La nebbia ci perseguita
e non si vede praticamente quasi niente. Inoltre a tratti soffia anche un
vento fastidioso. La salita finale è breve e, giunti in vetta, m. 1223, ci
fermiamo per il pranzo perché sono già le ore 13. Altri escursionisti si trovano
già sul posto ma il nostro è il gruppo più numeroso. Infine, la gradita
sorpresa: pian piano il cielo si apre, spunta anche un po' di sole e l'immenso
panorama che si gode si apre davanti a noi. Ce lo siamo veramente meritato, dopo
il tempaccio... La vista spazia dai Monti Pisani, al lago di Massaciuccoli, al
M. Prana, al mare e al M. Croce con la Pania dietro. Davvero un grande
spettacolo con grande soddisfazione di tutti. Dopo la foto di gruppo ritorniamo
alla Sella, quindi al M. Piglione Sud e da lì tutta discesa verso Groppa e le
auto. Percorsi circa 11,5 km.
FOTO percorso:https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/anello-del-piglione-dal-passo-sella-213199600
video:
https://youtu.be/q7G9EoqddyM
1 GIUGNO 2025 - DAL SERRAGLIO A LA
VILLA (Bagni di Lucca)
Non ci sono
più dubbi, ormai siamo in fase estiva e alleggerire gli zaini da mantelle, kw e
ombrellini diventa un obbligo, il tutto controbilanciato da una temperatura
calda ma ancora ampiamente tollerabile. Nel piazzale dove abbiamo destinato il
nostro parcheggio ci ritroviamo puntuali, siamo in 34 ed iniziamo subito il
percorso. Superiamo l’abbandonata Villa Fiori posta lungo le rive della Lima.
Una torretta attigua alla villa precede la passerella pedonale che attraversa il
fiume e che ci porta alla fontana della Cova, antica fonte di acqua termale
calda. Molti di noi bevono un sorso in quanto il gesto, si dice, sia foriero di
buoni auspici. Visitiamo il vicino Casinò, soltanto all’esterno perché chiuso,
apprezzando i fregi e i decori della facciata. In leggera salita raggiungiamo
l’antico ospedale dei poveri, costruito dai nobili russi Demidoff e oggi centro
di medicina olistica. Attiguo alla struttura, un vecchio ponte in pietra
fregiato da incisioni su marmo bianco, ci porta alla Cappella Demidoff, piccolo
Pantheon immerso in una natura lussureggiante. Un rigoglioso banano sembra aver
trovato qui la sua buona patria e fa da gendarme al sagrato della cappella.
Saliamo nel bosco su di un sentiero selciato con pietre di fiume, largo e ben
curato. Incrociamo una strada nei pressi dei Bagni Bernabò, ancora funzionanti,
dove ci accolgono delle dipendenti che ci invitano a visitare gli interni, anche
la vasca preferita da Paolina Buonaparte.
Saliamo ancora sul selciato in pietra fino ad arrivare a Bagni Caldi, il vero e
antico borgo termale. Attraversiamo la “porta dello spiffero” entrando nella
doppia realtà fatta di poche e antiche case ristrutturate e l’abbandono totale
delle strutture termali. Saliamo verso la chiesa di San Martino
alla quale è addossata sulla stretta stradina che la divide da un grande
e malandato palazzo, che altro non era che l’ex Grande Albergo Le Terme. Qui in
questo palazzo, nel 1942, furono internati dai nazifascisti 99 cittadini ebrei
abitanti in zona per essere poi essere trasferiti ad Aushwitz, dove soltanto 5
sopravvissero.
Ancora leggera salita nel bosco verso il piccolo nucleo di Colle, preceduto
dalla sua graziosa chiesetta con porticato. Superato il borgo un bel sentiero
con corrimano in legno, ci accompagna alla Chiesetta degli Alpini che suona nel
frattempo i rintocchi delle 12. Ci sono delle panche, un bel prato, sole ed
ombra per chi vuol scegliere, per cui decidiamo di fermarci per la sosta pranzo.
Ripartiamo verso la Villa (in verità è la moderna Bagni di Lucca) e percorriamo
un bellissimo sentiero in discesa contornato da secolari platani e parapetti a
secco, fino ad arrivare nella zona delle ville.
Arriviamo a Villa Webb Buonvisi, grande palazzo del 1600 adibito a museo, con
bellissimo prato, acqua corrente e panche in pietra. Dato che siamo in anticipo
rispetto all’ora dell’appuntamento, decidiamo di raggiungere il cimitero degli
inglesi, posto oltre Lima.
Fa un po' caldo e il luogo gradevole per cui alcuni decidono di riposarsi nel
prato della villa, Superata la
Chiesa Anglicana, la piazza del Teatro e la passerella sulla Lima, arriviamo nel
piccolo cimitero dove troviamo un ambiente pulito, decoroso, con tanto verde e
tracce di storia di inglesi che nell’ottocento hanno deciso la loro ultima
terra.
In breve torniamo a Villa Webb dove incontriamo Virgilio il nostro narratore (nomen
omen) all’interno della villa. Entrati troviamo un clima veramente fresco che ci
fa prendere dagli zaini giubbetti e magliette. La narrazione di Virgilio è
particolareggiata sulla sala d’armi, sulla cucina, nella “stanza
dell’impossibile” ma quella che ci colpisce di più e la grande stanza dove sono
organizzati gli antichi giochi da casinò. Tra lestofanti, biscazzieri e croupier
viene tracciata da Virgilio una sorta di linea temporale su gioco e l’azzardo,
regalandoci uno spaccato storico sull’aspetto ludico-sociale di questa realtà.
È l’ora di rientrare, usciamo dalla Villa scendendo i gradoni verso la piazza
del Teatro prendendo la direzione verso Ponte al Serraglio, sfruttando il grande
marciapiede parallelo alla strada ed alla Lima. Arrivati al Ponte, attraversiamo
il ponte sulla Lima, dove troviamo l’iconico palazzo che altro non era che
l’Hotel De Russie. Siamo a pochi metri dalle auto…, è stata un’altra bella
escursione e come sempre con un’ottima compagnia. *p.s.
Cinzia e Massimiliano, che si sono trattenuti a villa Webb e che sono tornati da
soli alle auto passando nuovamente davanti il casinò, lo hanno trovato aperto e
sono entrati potendo visitare gli ambienti (P.M.)
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/dal-serraglio-a-la-villa-75266347
video :
https://youtu.be/STrww01Qt1I
14 SETTEMBRE
2025 - IL SASSO DI CIREGLIO
Prima
uscita post estiva preventivata in un luogo fresco e ombreggiato, con poco
dislivello per un impegno fisico leggero. Purtroppo di sole ne abbiamo visto
pochino ed abbiamo avuto nebbia che ci ha accompagnato fin sulla vetta del
Sasso.
Al parcheggio delle Piastre ci ritroviamo in 14 più la cagnolona Mora sempre
pronta a regalare baci e carezze. Sistemati armi e bagagli, partiamo dirigendoci
verso iL centro delle Piastre, superando la storica F onte Campari che sembra
essere stata recentemente investita da un’auto. Seguiamo il sent. 0-0 che dal
borgo sale verso il crinale in una nebbia fitta e umida con 18 gradi
di temperatura. Superati alcuni bivi giungiamo a quello che indica la
chiesetta isolata e la fonte di San Bernardino che, anche se non in preventivo
di percorso, decidiamo di raggiungere. Tornati indietro saliamo nel bosco fino a
raggiungere lo spazio aperto e molto roccioso del Sasso di Cireglio, dal quale
si gode un vasto panorama su gran parte della Toscana fino alla Corsica, ma non
oggi che al massimo vediamo a 20/30 metri. Piccola pausa e poi discesa verso il
vallone dell’Erba Minuta in un bellissimo bosco di faggi.
Siamo in prossimità del Reno che qui è un placido torrente montano che accarezza
le stratificazioni rocciose.
Camminiamo in un sentiero verde con una corolla fitta di alberi che non riescono
a trattenere le gocce di pioggia. Infatti piove, per cui indossiamo mantelle e
apriamo ombrellini ma fortunatamente dura poco. Un bellissimo guado fatte di
rocce addomesticate ci introduce all’area della vecchia ghiacciaia della
Madonnina dove da metà settecento alla metà del secolo scorso si produceva
ghiaccio invernale che veniva trattato e immagazzinato e mantenuto per i vari
usi. Un laghetto, briglie e chiuse raccontano ancora oggi un epopea che per
duecento anni ha arricchito questa perduta area appenninica. Risaliamo il Reno
lungo un bel sentiero con vari ponticelli pedonali fino poi a sbucare sulla
strada per Prunetta. Un breve tratto asfaltato ha preceduto un discreto strappo
che ci ha permesso di aggirare il Poggio Erbura e con una dissestata discesa,
siamo arrivati alle Piastre, dove abbiamo attraversato il nucleo più antico.
Come sempre una bella compagnia ha arricchito questo facile percorso di 12 km
(P.M.)
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/sasso-di-cireglio-230866153
12 OTTOBRE 2025 - L'ACQUEDOTTO STORICO
DI GENOVA
Abbiamo
rinviato questa uscita con il pullman due volte causa una primavera ricca di
bombe d’acqua e allerte meteo, ma finalmente questi giorni di ottobre ci hanno
regalato una giornata splendida che ha soddisfatto il nostro credito.
Partiamo alle sette precise, con i complimenti di Bruno, il nostro autista che
ormai richiediamo tutte le volte che andiamo con il pullman. Entriamo a Genova
nella val Bisagno e ci dirigiamo verso Molassana, borgo da dove inizia il nostro
percorso. Prendiamo la “creuza” Cotella che in salita ci porta verso l’antico
acquedotto in corrispondenza della Casina dei Filtri, da dove inizia il Ponte
Sifone sul Geirato che è il torrente che il ponte attraversa. Scendiamo in fila
indiana nello stretto ponte affiancando il vecchio condotto in ghisa del 1700.
La discesa non è facile in quanto il vecchio cotto dell’impiantito è ricoperto
di muschio e si scivola più che volentieri. Un cavo continuo d’acciaio ci
consente un equilibrio che resta comunque precario. Dopo la discesa, un breve
tratto pari precede la risalita del sifone che tutto sommato non presenta alcun
problema. Intercettato l’acquedotto iniziamo il percorso vero e proprio.
Superiamo tratti abitati sfiorando case e giardini ma in breve entriamo in un
fitto bosco mediterraneo calcando le grandi lastre che ricoprono il fossetto
dove un tempo scorreva l’acqua. Arriviamo nella zona dei Molini di Trensasco
dove notiamo i lavori di ripristino fatti per eliminare una grande frana.
Superato un breve tratto stradale, rientriamo sul selciato della condotta
entrando nella Val Cicala, vero tratto selvaggio nel quale spicca sull’alta
testata il Forte Diamante. Piccole aree di sosta con tavoli e panche rendono
ancor più bello il percorso, tra l’altro curato da numerosi volontari. Decidiamo
di mangiare al Ponte sul Rio Cicala dove, con una piccola deviazione,
raggiungiamo il luogo dei “laghetti del Cicala”. Nonostante le ultime scarse
precipitazioni, ci sono numerose pozze di acqua cristallina tra l’altro ricche
di pesci. Nonostante le case di Genova siano vicinissime, sembra di stare in una
valle apuana isolata e severa. Ripreso il cammino lungo l’acquedotto, superiamo
numerosi ponti attraversando boschetti, campi coltivati e piccole aree dove
sostare e riposarsi.
Siamo ormai a Staglieno e lo capiamo quando a ridosso della chiesa di San
Bartolomeo, incontriamo l’alto muro del cimitero monumentale che seguiamo fino
alla Ca’ dei Mussi (casina dei filtri). Entriamo dentro il manufatto uscendo sul
retro dove sorge un piazzale dal quale si ha una fantastica visione del
lunghissimo Ponte Sifone sul Veilino che attraversa tutta la vallata sopra il
cimitero monumentale. Solo le immagini rendono la forza di quel che si scrive e
percorrere la discesa e poi fare la risalita diventa una vera prova.
Arriviamo alla fine della risalita frazionati, sudati, qualcuno quasi esausto.
Ci riposiamo un attimo, beviamo e mangiamo qualcosa dopodichè entriamo in un
tunnel illuminato che ci porta ad un bivio in un bosco. A dritto si va per
Genova città a sinistra per la creuza di San Pantaleo. Prendiamo quest’ultima
che in ripidissima discesa su antico impiantito, ci porta direttamente
all’entrata del Cimitero Monumentale di Staglieno. Entriamo alla spicciolata in
silenzio rispettoso notando subito la grandiosità del contesto, la sua
spiritualità e assaporando le suggestioni che normalmente si creano. Cerchiamo
alcune delle opere più importanti, quelle più famose, quelle che hanno fatto
storia. La tomba Appiani, quella che
ha ispirato la copertina dell’album dei Joe Division, gruppo post punk, la tomba
Delmas, la più malinconica, la tomba Campodonico (la signora che vendeva le
noccioline), l’Angelo di Monteverde sulla tomba Oneto, figura bellissima di
angelo dal sesso ambiguo. Abbiamo visitato altre tombe e cercato altre opere fin
quando l’orario ce lo ha consentito, poi alle 16.30 è iniziata la fuoriuscita
delle persone in quanto alle 17 in punto il cimitero chiude i battenti.
Puntualissimi andiamo incontro a Bruno che con il pullman è venuto nel punto
convenzionato. È stata una giornata bella, intensa ed ogni cosa è andata nel
verso che volevamo, cioè quello giusto. Un applauso a tutto il gruppo, puntuale,
pronto e disciplinato. (P.M.)
FOTO percorso :
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/lantico-acquedotto-di-genova-rt2025-234784213
video: ttps://youtu.be/yCQXw3ejUAE
26 OTTOBRE 2025 - DA SAN TERENZO (LERICI) A
PUNTA SANTA TERESA
Dopo una
settimana dal meteo bruttino, si è aperto uno spiraglio di variabilità per il
fine settimana e noi ne abbiamo approfittato tornando in Liguria dopo appena due
settimane. Al grande parcheggio della Vallata, posto tra Lerici e San Terenzo,
ci ritroviamo in tanti infatti siamo in 40. Prendiamo proprio sopra la galleria
attigua al parcheggio, uno stradello che in breve diventa sentiero prendendo
quota. Intercettiamo una creuza che in breve ci porta nel borgo di Pugliola,
grazioso, con palazzi color pastello e con bella vista verso il Tino e la
Palmaria. La creuza continua in discesa verso Villa Rezzola per poi prendere la
Via militare verso Solaro, piccolo agglomerato dal quale si gode un bel
panorama. Un’altra creuza lastricata in mattoncini rossi in discreta discesa, ci
porta verso la zona chiamata Pian degli olivi dove incrociamo una strada. La
creuza adesso scende tra alti muri a secco in un contesto agreste punteggiato da
cipressi e ulivi. Siamo a San Terenzo ed entriamo in Piazza Brusacà, piazza
elegante posta tra il Castello sovrastante ed il mare. Arriviamo fino al retro
costiero del castello dove sorge la baia di Marinella, dove notiamo alcune
persone che fanno il bagno. Torniamo in Piazza Brusacà per prendere la Salita
Falconara. Saliamo ripidi tra le case incontrando poi la macchia mediterranea,
dove gli scalini in granito diventano scaloni. Siamo in cima alla Falconara,
ampio altopiano dove un tempo esisteva una polveriera e dove oggi sorge un
impianto sportivo. Andiamo avanti per poi prendere sulla sinistra un sentiero
molto ripido che in discesa attraversa una fitta lecceta facendoci approdare
alla sabbia della Baia Blù.
Qui sostiamo volentieri, un po' perché abbiamo fame e un po' perché davanti al
mare i pensieri perdono il loro peso.
Ripartiamo percorrendo la Baia Blù fino ad un piccolo stabilimento dove, tramite
un cancellino ed una scaletta, attingiamo ad un sentiero lastricato che con due
risvolte in salita, ci porta verso Punta Santa Teresa. Scendiamo verso la Punta
fino al porticciolo che precede il vecchio fanale posto davanti alla grande diga
foranea che protegge il porto di La Spezia.
Torniamo indietro lungo la strada verso Pozzuolo dove incontriamo la scalinata
di Bagnara che prendiamo in discesa incrociando due volte la strada. Siamo in
piano e a ridosso di San Terenzo. Giunti in Piazza ci concediamo una sosta per
un caffè e un gelato e un po' di riposo. Ripartiamo percorrendo la bella
Passeggiata Don Attilio Castiglione che attraversa la Baia di San Terenzo,
supera la Punta Marigola e risale con una pedonale verso il parcheggio della
Vallata, chiudendo l’anello. Gran bel giro, vario, in un clima ideale e con il
solito ottimo gruppo di persone. (P.M.). CA. 12 km.
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/lerici-punta-santa-teresa-237098139
1 NOVEMBRE 2025 - LA COLLINA SEGALARI
A CASTAGNETO CARDUCCI
Per il
ponte di Ognissanti il sabato, giornata da noi scelta per questa uscita, doveva
essere la giornata migliore, ma lo è stata a metà nel senso che pur non
piovendo, l’umidità e la foschia hanno reso la giornata meno piacevole.
Partiamo attraversando il vecchio arroccamento di Castagneto Carducci,
costituito dal castello e dalla Chiesa di San Lorenzo da dove dipartono stretti
vicoli e ripide scalinate, come la “scala santa” e percorrerla è proprio un atto
di fede. Attraversiamo il corso principale già affollato di persone, fino a
raggiungere il belvedere Curiel, bella area verde dove termina il borgo.
Prendiamo una stradina che in breve diventa ripida discesa sterrata, questo è il
tratto iniziale dell’antica bolgherese. Siamo alla base della Collina Segalari e
superata il grande tabernacolo dell’Acquabona, continuiamo sulla bolgherese che
qui corre parallela alla sua omonima e più trafficata strada. Numerosi
cascinali, alcuni ristrutturati, si alternano a grandi olivete dove notiamo
esemplari centenari contorti e possenti, mentre vecchie e colossali querce di
confine segnano antiche proprietà.
Abbiamo un piccolo dubbio sul percorso programmato in quanto sembra esistere
all’inizio di una vigna un cancello e nel dubbio decidiamo di cambiare tracciato
allungandolo di un chilometro e mezzo. La stradina sterrata sfiora il Fosso di
Bolgheri che scorre trenta metri più sotto tra massi e sponde scavate dalla
disastrosa piena dello scorso anno. Siamo a Guado al Melo dove sorge la cantina
omonima circondata dalle vigne ammantate dai color ruggine della stagione.
Saliamo la collina Segalari circondati da vigne e boschi, sorvegliati dall’altra
parte della vallata dall’imponente mole di Castiglioncello Della Gherardesca. È
l’ora di pranzo e ci sistemiamo al margine di uno splendido
cascinale sorvegliato da una gigantesca quercia. Saliamo verso
Grattamacco ammirando i colori delle vigne e della vallata dei Molini. Superata
la cantina Grattamacco arriviamo al “quadrivio” dove a sinistra si scende nella
vallata dove sorge il Mulino Segalari. Visto l’orario, siamo colti da dubbi
sulla fattibilità (discesa nel vallone, guadi e risalita) e a malincuore,
scusandoci con il gruppo, decidiamo di andare dritti, bypassando questo tratto,
decisamente il più selvaggio. Passiamo dal belvedere La Cesarina arrivando nei
pressi del vecchio mulino a vento di Segalari che mantiene abbastanza integra la
sua struttura mancando della copertura, all’epoca probabilmente in legno.
Superiamo il Castello Segalari, oggi elegante resort, arrivando nella zona del
Castellaccio da dove vediamo alla nostra solita altezza il borgo di Castagneto
Carducci. In breve andiamo a chiudere l’anello entrando a Castagneto dove nel
pomeriggio c’è una festa con sbandieratori e falconieri. Ne approfittiamo per
dare un’occhiata, bere qualche calice di rosso e di bianco, comprare dolciumi
castagnetani come la famosa “campigliese”.
Bella giornata, bella sudata, gruppo ottimo come sempre. (P.M.)
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/la-collina-segalari-237917410
23 NOVEMBRE 2025 - L'ANELLO DEL
PRINCIPE ( SAN CASCIANO VAL DI PESA)
Mattina
fredda, con la prima brina che orla i contorni della campagna, ma con un sole
splendido e splendente, ottimo preludio ad una giornata nel Chianti fiorentino.
Siamo in 24 e ci ritroviamo puntuali al fontanello pubblico di via Galilei di
San Casciano in Val di Pesa. Iniziamo il percorso trasferendoci in breve in un
ambiente campestre elegante dove ordinati filari di viti tagliano i profili
delle colline. Una discesa verso il il Borro Suganella, precede l’erta per il
borgo di Spedaletto. Grande vista su tutto il Chianti, sul Pratomagno e la
giogaia del Mugello entrambi bianchi di neve.
Camminiamo in una chiudenda alla volta della chiesetta di Sant’Andrea in
Percussina e l’Albergaccio; entrambi i luoghi legati a Niccolò Macchiavelli.
Oggi questi luoghi mantengono ancora l’aurea storica, sono molto belli e ben
tenuti ma chiaramente rispondono oggi a esigenze consumistiche un po' più
basiche come il turismo agroalimentare. Prendiamo uno stradello che in leggera
discesa ci porta a ridosso di Villa Vrindavana, grande villa storica del 1500
oggi sede di una comunità Hare Krishna. Nel frattempo ci viene incontro una
signora che fa parte della comunità che gentilmente ci invita a fare visita
all’interno della villa. Ci viene detto che per entrare nel tempio dove vengono
trascorse ore di raccoglimento e meditazione, dobbiamo toglierci le scarpe, tra
l’altro oltre modo fangose. Dentro il tempio ci sono monaci che puliscono i
pavimenti ma che ci fanno accomodare su panche e cuscini. Il tempio è ben
riscaldato e presenta molte figure coloratissime e statue a grandezza naturale.
Un signore vestito con un saio bianco e gonnellone ci dà una spiegazione
sintetica su chi siano questi “arancioni” e quale filosofia perseguano,
facendoci ascoltare una loro litania cantata e accompagnato da uno strumento
simile ad una fisarmonica.
Ci piace questo clima soft, ovattato da belle sensazioni ed alcuni di noi
assaggiano il latte delle loro mucche non pastorizzato sfumato da erbette di
campo. Calzati gli scarponi siamo andati a far visita alle mucche, per la
comunità animali sacri e munifici, notando subito la taglia over size e il
mantello marrone aranciato. Il toro, tra l’altro ciclopico ma mansueto, ha
mangiato tutti i gambi di sedano che gli abbiamo offerto. Salutiamo questa
comunità gentile ed ospitale con il rammarico di averle dedicato non molto
tempo, ma i tempi per chi va a piedi sono sempre stretti.
Pranziamo nei pressi della Villa Mangiacane e lo facciamo anche velocemente
perché a star fermi si “ghiaccia”. Percorriamo il vialino cipressato della villa
fino al suo ingresso notando i numerosi affreschi che arricchiscono il portico.
Percorriamo poco più di un chilometro su asfalto prima di intercettare lo
stradello che in ripida discesa ci porta al guado sul Borro Suganella dalle
sponde scivolose. Guadiamo il Borro altre due volte iniziando un bel sentiero
nel bosco. Siamo ad un bivio, qui piccola digressione per andare a vedere la
grande sequoia che campeggia in una radura e poi ritorno al bivio per iniziare
la salita verso il minuscolo borgo di Cigliano. Intanto la costa collinare perde
il bosco e ricompaiono i filari di vite e di cipressi. Superato Cigliano e la
chiesetta di San Zanobi, raggiungiamo la Villa Antinori che sorge su di una
piazzaforte protetta da mura possenti. Nelle vicinanze c’è la piccola Cappella
Antinori, purtroppo quasi sempre chiusa.
Il pomeriggio si tinge di colori tonifici e i raggi di sole, anche se ormai
inclinati e stanchi, rendono splendido questo tardo meriggio. È stata un’altra
bella giornata, con l’ormai solito ottimo gruppo (P.M.)
FOTO percorso:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/lanello-del-principe-241004181
6 DICEMBRE 2025 - SOPRA I COLLI
DI DIANELLA (TRA EMPOLI E VINCI)
Un’ altra
bella domenica, freddina e con un sole che vince
agevolmente sulle brume e le nebbie. Con un breve viaggio in auto, ci
ritroviamo al parcheggio del campo sportivo di Petroio, posto alla base della
collina dove sorge Villa Alessandri, grande villa medicea che oggi versa in non
buone condizioni ed è chiusa.
Percorriamo un sentiero che ci porta in una piccola vallata interamente coperta
di vigneti di Chianti Montalbano. Ogni tanto pozze d’acqua e fango ci fanno
cercare tracce alternative. Adesso si sale verso la costa della collina dove
campeggia un bel cascinale ristrutturato. Il panorama è bello a 360 gradi e
siamo completamente circondati da filari di viti, sullo sfondo la neve dell’
appennino e tutto questo ci piace.
Ci alleggeriamo, il sole ci tonifica come i panorami verso il Montalbano le
torri di Vinci, di San Mniato, di Cerreto Guidi. Arriviamo alla chiesa di San
Donato in Greti, purtroppo con l’accesso interdetto per pericolo crolli, ma che
ancora esprime l’isola di spiritualità che esprimeva nel 1200. Superiamo una
grande azienda vinicola con cantina e resort, avviandoci verso Villa Dianella
percorrendo una sorta di tratturo che taglia i filari. Raggiunta Villa
Dianella, entriamo dirigendoci verso il retro dove è posta la cantina ed
il bistrot con bella vista sulla vallata. Ci accoglie un addetto che prima ci fa
entrare nella cantina, inaugurata alcuni mesi fa, ma poi, dato che aveva da
concludere una visita guidata, ci dice gentilmente che non ha il tempo di
accoglierci. Usciamo quindi dalla villa cercando nelle vicinanze un luogo dove
poter mangiare che puntualmente individuiamo sfruttando il piacevole ausilio
solare.
Ripreso il cammino raggiungiamo il punto più alto del percorso denominato “la
Rotonda di Dianella” costituita da un anello di cipressi che racchiudono una
casetta, luogo veramente panoramico dove abbiamo deciso di fare la foto di
gruppo.
Attraversiamo un tratto fangoso raggiungendo un sentiero, sempre tra le vigne
che dopo circa un chilometro ci porta alla chiesa di Santa Maria a Petroio,
posta sull’ultima collina prospiciente l’Arno. Qui scopriamo un piccolo scrigno
il Presepe di Petroio costruito e seguito da un gruppo di volontari locali, i
quali hanno sfruttato la collina che scende sul fianco sud della chiesa,
allestendo una scenografia bellissima e quanto mai realistica. Un volontario ha
voluto metterlo in funzione, anche se l’inaugurazione sarebbe avvenuta l’ 8
Dicembre, facendoci apprezzare ancor più la bellezza del contesto. Salutiamo i
volontari ringraziandoli per l’attenzione dedicataci e scendiamo la collina
verso la chiusura dell’anello, passando nelle vicinanze della statua di Bacco
che però troviamo in condizioni un po' precarie.
Superiamo il grande cancello di Villa Alessandri, chiuso e in stato di
abbandono, percorrendo il bel viale cipressato, fino all’ultimo tratto di
sentiero che precede il campo sportivo ed il parcheggio delle nostre auto.
Solita piacevole compagnia ed ottimo percorso. (P.M.)
FOTO traccia:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/sopra-i-colli-di-dianella-240576682
video del Presepe 1
video del presepe 2